Centro di Protezione Civile

Una forma semplice e scultorea, per il nuovo Centro di Protezione Civile di Renon, in provincia di Bolzano, firmato dallo studio Roland Baldi Architects e di primaria importanza per la logistica della zona. 'Casa' per i Vigili del Fuoco, il Soccorso Alpino e la Croce Bianca, il Centro di Protezione Civile si è inserito nel tessuto urbano e architettonico esistente cercando di coniugare l’estrema funzionalità richiesta dalla destinazione d’uso con il rispetto del territorio montano e, non ultimo, con la ricerca della massima efficienza energetica per l’involucro.

I tre criteri fondanti del progetto - funzionalità, integrazione con il contesto e qualità del costruito - hanno seguito, ciascuno, un percorso di ricerca articolato, per far sì che il risultato finale fosse efficace.

In termini di qualità dell’involucro, il progetto ha ottenuto il certificato CasaClima A, a garanzia della sua efficienza energetica e del valore dell’involucro. L’architetto Roland Baldi descrive le scelte progettuali che hanno portato anche al rispetto del protocollo: «L’edifico ha ottenuto il certificato Casa Clima A grazie soprattutto a una progettazione passiva, dove cioè il fabbisogno energetico per il riscaldamento o il raffrescamento non è ottenuto solo dall’utilizzo di sistemi che consumano energia ma anche grazie a scelte progettuali e costruttive. Gli aspetti principali sono essenzialmente tre: le grandi vetrate verso sud che scaldano in modo naturale gli ambienti interni, una parte interrata dell’edifico che riduce nel suo complesso la superficie disperdente e infine un buon materiale d’isolamento e infissi con buone prestazioni. La struttura è poi collegata al teleriscaldamento, in questo caso è la comunità locale che fortunatamente si è attivata per rendere più efficiente l’uso dell’energia grazie all’impiego delle biomasse».

Dal punto di vista compositivo e volumetrico, la struttura è a due piani ed è integrata nel declivio naturale del terreno; la prima parte del volume è disposta nel piano interrato sotto il parcheggio comunale, livello che serve contemporaneamente come muro di cinta per il parcheggio che come muro di contenimento per il garage pubblico. L’ingresso principale al Centro conduce direttamente verso un’ampia zona di accoglienza con una sala di formazione, aperta al pubblico e disponibile anche per eventi esterni. Dall’ingresso, percorrendo un ampio corridoio centrale, si accede alle sale amministrative delle varie organizzazioni, separate le une dalle altre. La distribuzione in pianta ha previsto che magazzini, uffici e dormitori fossero affacciati a nord, mentre sale di formazione, spazi ricreativi e stanze per i giovani a sud. Di fronte a queste ultime aree, ampie terrazze sono rivolte verso il paesaggio circostante, componendo spazi all’aperto protetti e privati. Nucleo centrale, la scala comune che collega il piano terra con le sale operative del piano interrato, a loro volta collegate con spogliatoi e autorimesse. Un’organizzazione degli spazi che risponde alla necessità funzionali proprie di un centro di protezione civile, come confermato anche dalla scelta di affiancare le sale di comando del Soccorso Alpino e dei Vigili del Fuoco, in modo da favorire la collaborazione nel caso siano necessarie operazioni di larga scala.

Risponde a necessità pratiche anche lo studio che ha integrato urbanistica e architettura, ne parla l’architetto: «uno dei primi temi affrontati è stato il collegamento del Centro di Protezione Civile con il paese e la sua viabilità; ricordiamoci che da qui devono uscire, il più velocemente possibile, i mezzi di soccorso che intervengono proprio in caso di emergenza, la buona connessione è fondamentale.
Il Centro di Protezione Civile si inserisce poi nel ridisegno dell’area che è stata convertita da semplice parcheggio periferico, come era prima, in un vero centro intermodale per il paese. Quindi oltre all’edificio per la protezione civile abbiamo avuto la fortuna di poter progettare il parcheggio sotterraneo, il parcheggio pubblico fuori terra e la nuova stazione degli autobus che, con la vicina stazione della storica ferrovia del Renon, completano il sistema di trasporto locale. In questo senso il Centro di Protezione Civile non deve essere visto come edificio isolato ma come un vero intervento urbanistico e quindi su scala più ampia».

L’inserimento armonico nel contesto paesaggistico passa attraverso la scelta dei materiali, dei loro colori e texture; nello specifico, in questo caso, relativi ai prospetti, per i quali è stato selezionato il cemento costipato di colore rossastro. Si tratta di una tonalità che richiama quella delle piramidi di terra del Renon, fenomeno naturale locale, costituito da pinnacoli formati da coni di materiale morenico di colore rossastro. Il cemento, in questo intervento, risponde così sia a necessità costruttive che stilistiche, come conferma Roland Baldi: «il cemento è forse il materiale che ha caratterizzato il linguaggio architettonico il secolo scorso ma continua ad essere largamente impiegato. Nel caso del Centro di Protezione Civile di Renon abbiamo cercato di valorizzarlo come materiale costruttivo e anche espressivo. Anzitutto occorre ricordare che è stato usato, in parte, del cemento riciclato, questo sempre in un’ottica di sostenibilità e minor impatto ambientale. Per le strutture interne, muri e solai, è stato utilizzato del cemento colorato faccia a vista, cioè con finitura superficiale liscia e gradevole al tatto. Internamente il cemento è stato volutamente lasciato a vista per la natura stessa dell’edificio, un centro di rimessaggio per veicoli e grande officina. Esternamente il cemento è stato invece lavorato manualmente per conferire all’edificio un aspetto meno rigido e molto particolare. Grazie alla facciata in cemento armato costipato e al suo colore rossastro, mutuato da quello delle famose Piramidi di terra del Renon, il Centro di protezione civile si inserisce perfettamente nello scenografico contesto paesaggistico. Il progetto della facciata si basa sulla semplice interazione tra la materialità dell'involucro e le superfici trasparenti degli elementi finestrati. L'uso del cemento costipato conferisce alla chiara geometria dell'edificio una superficie vivace e mossa dall’andamento stratificato della trama».

Scheda progetto
Committente: Comune di Renon
Progetto architettonico:Roland Baldi Architects
Collaboratori: Arch. Harald Kofler, Arch. Carlo Scolari, Arch. Sila Giriftinoglu, Arch. Karin Kretschmer
Direzione Lavori: Roland Baldi Architects
Progetto strutture: Ing. Andreas Erlacher
Progetto impianti meccanici: Ing. jr. Reichhalter Jörg, Energy Project & Consulting
Progetto impianti elettrici: Ing. Andreas von Lutz
Consulenza acustica: Archacustica
Sicurezza: Ing. Giovanni Carlini
Superficie del lotto: 4.650 m²
Superficie lordo di piano: 2.600 m²
Volume:6.250 m³
Concorso di progettazione:03.2015
Inizio lavori: 03.09.2018
Fine lavori: 29.02.2020
Foto: Oskar Da Riz