Centro Wellness Tschuggen Bergoase  

Luogo: Arosa,
Svizzera
Comittenti:Tschuggen Grand Hotel,
Arosa
Progettisti: Mario Botta,
Lugano
Partner: Gian Fanzun AG,
Coira
Collaboratori:  Studio Botta - Davide Macullo,
Marco Strozzi, Carlo Falconi, Nicola Salvadé, Eleonora Castagnetta; Fanzun AG -
Walter Vogel, Yves Hafen
Sicurezza durante gli scavi: Ribi & Mazzetta AG,
Arosa
Progetto strutture: Fanzun AG,
Coira
Progetto acustico: IFEC Consulenze SA, Rivera
Ticino
Progetto elettrico: Bühler + Scherler AG,
Coira
Impresa di costruzione:
Progetto impianti
sanitari:
Felix Marco, Coira
Impianti di riscaldamento e
ventilazione:
Hans Hermann, Coira
Progetto piscina:
Schneider Aquatec AG, Staad
Progetto facciate: REBA
Fassadentechnik AG, Coira
Progetto sauna:Klafs, Schwäbisch
Hall
Geometra:Beck Lorenz,
Langweis
Fotografo: Enrico Cano e Pino Musi
Tempi
progetto:
2003
Tempi di realizzazione:
2006
Superficie costruita mq: 5300 m²
Volume
costruito mc:
27.000 m³

Foglie di luce
Testo di Luca Pietro Gattoni

La conca di Arosa, località alpina a 1850 metri sul livello del mare, ospita
una delle creazioni più recenti e significative di Mario Botta. Nel dicembre del
2006 è stata inaugurata una nuova struttura chiamata Berg Oase, ampliamento
dello Tschuggen Grand Hotel, destinata ad accogliere il variegato panorama di
funzioni che caratterizza una moderna spa: l'intervento è di dimensioni così
generose (27'000 m3) che costituisce il più grande edificio del genere in
Svizzera. La riuscita traduzione volumetrica del complesso programma funzionale
costituisce una delle maggiori valenze del progetto: da un lato la gestione del
rapporto con l'edificato esistente e con l'elemento naturale, dall'altro la
creazione di spazi interni che trascendono la mera funzionalità.
La
dialettica con il paesaggio montano è al tempo stesso discreta e decisa. Benché
inserito integralmente nel profilo del pendio, l'intervento rifugge da un banale
mimetismo denunciando la propria esistenza per mezzo di elementi emergenti
("foglie") che stabiliscono il tramite formale e sensoriale con la natura
circostante. La trama della facciata allude al ritmo e alla geometria della
foresta retrostante; al tempo stesso, nelle limpide giornate d'inverno, le
"foglie", curvate e imbiancate, riflettono la neve e il ghiaccio dei picchi che
contornano l'abitato. Intervento misurato, quindi, ma, come nelle migliori
realizzazioni dell'architetto ticinese, questa opera è in grado, non solo di
colloquiare con le preesistenze, ma anche di identificare un luogo con la sua
sola presenza.
Alla vastità dell'ambiente esterno fa eco la continuità dello
spazio interno: le facciate trasparenti dei lucernari e l'uso del vetro per gli
elementi di separazione fra le aree permettono alla vista di spaziare
liberamente. I fruitori del centro, pur nell'intimità richiesta dalle funzioni
esercitate negli spazi interni, fanno esperienza del senso di infinito di cui la
montagna è portatrice e che si manifesta pienamente con la qualità e l'intensità
della sua luce che irrompe e si diffonde dalle aperture sulla copertura. Le
stesse aperture diventano lanterne nelle ore notturne denunciando, con i
delicati cromatismi conseguenti all'illuminazione artificiale e alle riflessioni
sui bacini d'acqua, la rilassata ed esclusiva atmosfera dello spazio
interno.
Il progetto si sviluppa su quattro livelli non completamente
sovrapposti fra loro: la volontà di incidere il meno possibile sul territorio ha
portato a ridurre il volume di scavo adeguando la disposizione degli spazi al
declivio naturale del monte. Come si evince anche dalle sezioni di progetto, ciò
ha permesso di mantenere una continuità visiva tra i livelli e di creare
ambienti di altezze diverse e variabili riproponendo anche negli elementi
costruttivi una sorta di dinamicità, che è manifesta nello scorrimento
dell'acqua e nel mutare delle condizioni di luce. Gli accessi avvengono al piano
terra per gli utenti esterni e al secondo piano, tramite un'aereo condotto
vetrato per gli ospiti dell'Hotel Tschuggen. A entrambi i livelli sono presenti
spazi di reception e accoglienza, spogliatoi, locali di servizio e per il
personale. Le funzioni principali sono così suddivise tra i vari livelli per una
superficie complessiva di 5000 m2: al piano terra la sala fitness, la palestra e
il solarium; al primo piano gli spazi per il trattamento del corpo e le cabine
di bellezza; al secondo piano il "mondo sauna" e l'area relax; al terzo piano il
"mondo dell'acqua" con svariate tipologie di vasche. Sul lato ovest
dell'edificio il pendio è terrazzato e ospita, esternamente le aree per il
riposo, una sauna e una piscina. L'impiantistica ha richiesto la presenza di
locali tecnici di notevoli dimensioni, collocati nelle viscere della montagna,
in uno spazio a doppia altezza in corrispondenza del "mondo dell'acqua" del
quarto livello.
Il fine ultimo di questo progetto sembra essere quello di
garantire la fruizione, unitamente ai trattamenti per la cura del corpo, di
un'esperienza emozionale che unisca il senso di raccoglimento e protezione con
la percezione e la condivisione della forza degli elementi naturali.
Fondamentali a questo proposito sono stati, oltre alla composizione del
progetto, la scelta dei materiali e il loro impiego per garantire condizioni
ambientali (igrotermiche, acustiche e luminose) adeguate allo svolgimento di
tutte le funzioni previste. La pietra (granito di Domodossola) e il legno (acero
canadese), materiali naturali per eccellenza, conferiscono e trasmettono
solidità e quiete, ma, al contempo, vibrano quando la luce eccita la loro trama.
Fanno da contrappunto il vetro e il cartongesso: con le loro superfici precise e
planari, trasmettono, riflettono e miscelano le luci e i colori del mondo
acquatico all'interno con quelli del mondo di roccia e del cielo
all'esterno.

Vasche in conci di granito

La pietra naturale è sicuramente uno dei materiali dominanti nel centro
wellness Berg Oase. La scelta del tipo di pietra è stata una convergenza di
aspetti tecnico-estetici che ha portato a decidere per un granito italiano che
presenta eccezionali proprietà di resistenza agli ambienti aggressivi delle
piscine. Analoga prestazione ha dovuto garantire il sistema di fissaggio
meccanico (acciaio inossidabile di classe speciale) che regge la facciata curva
delle vasche del "mondo dell'acqua". La realizzazione di questa facciata ha
richiesto la risoluzione di problemi esecutivi non banali. Poiché tutti i pezzi
sono stati realizzati con lunghezze libere in modo da evitare l'allineamento
della fuga verticale si è reso necessario il dimensionamento, il disegno e la
numerazione di ogni singolo concio (unico per dimensioni) sia per la parete con
finitura a spacco fuori dalla piscina (altezza 14 cm, spessore 8 cm), sia per la
parete sotto il filo dell'acqua (spessore 3 cm). In questo ultimo caso le
complicazioni sono state maggiori per la necessità di posa a filo di un profilo
curvo di acciaio e per il tipo di finitura (pietra levigata) che richiede una
precisione maggiore nell'accostamento dei pezzi.
La pavimentazione di fondo
della vasca è del tipo levigato (altezza 14,9 cm, spessore 2 cm, lunghezza
libera). Per dotare l'acqua della particolare tonalità di colore azzurro
desiderata dal progettista le pietre destinate a essere posate all'interno delle
vasche hanno subito un trattamento idrofobizzante speciale in grado di mantenere
una colorazione chiara della pietra anche se immersa in acqua. Anche le pareti
curve della sauna hanno subito tutte le procedure sopra descritte; mentre le
saune, i bagni turchi, le stanze relax, le docce e le panche sono state
realizzate con finitura levigata. Le superfici trattate con finitura levigata
sono 5500 m2, le pareti con finitura a spacco coprono, invece, una superficie di
900 m2 per le pareti rettilinee e 200 m2 per le pareti curve.

Foglie che connotano il paesaggio

Elemento caratterizzante del progetto è senza dubbio la presenza dei
lucernari: sono nove gli elementi, suddivisi in quattro tipologie differenti per
forma e dimensione, ma che mantengono costante l'imposta di base triangolare.
Caratteristica comune è la particolare conformazione a ogiva a forte sviluppo
verticale (altezza variabile tra  i 9 e i 12 m) che determina un
orientamento prevalente della parte trasparente verso sud e si configurano come
grandi captatori di luce naturale (in realtà alcune "foglie" hanno una sola
facciata opaca; in questo caso le due parti trasparenti sono orientate a sud-est
e sud-ovest). Dal punto di vista strutturale i lucernari sono elementi
costituiti da un reticolo di acciaio, assemblato fuori opera e collocato in situ
utilizzando un elitrasporto eccezionale (peso totale trasportato 40 t). Le
chiusure, dovendo fronteggiare la rigidità del clima di Arosa, sono dotate di
elevate proprietà isolanti e di alcuni accorgimenti per fronteggiare sia
l'accumulo di neve all'esterno sia il rischio di condensa superficiale che
inficerebbe il concetto di trasparenza interno-esterno. Nel dettaglio la parte
opaca, rivestita esternamente con una lamina di zinco-titanio, è una chiusura
leggera con 20 cm di isolamento termico; mentre il vetro è una vetrocamera 
isolante (U=1,1 Wm2/K) con un buon valore di trasmissione luminosa (ΔL=0,78). La
presenza di elementi trasparenti così estesi al di sopra di aree pregiate poteva
determinare, durante il periodo invernale, la caduta di correnti di aria fredda
generando localmente situazioni di disagio. Una tubazione che corre in
prossimità del telaio e che veicola un fluido caldo ovvia a tale problema
inducendo, in prossimità del vetro, una corrente ascensionale e, al contempo,
evitando la formazione di condensa sulla superficie del telaio. Con riferimento
alla gestione del flusso luminoso si nota, in alcuni periodi dell'anno, il
rischio di abbagliamento per i fruitori del wellness. Tale problematica è
controllata con l'inserimento di due diversi dispositivi a seconda della
tipologia degli elementi: tende a bande verticali sulla parte bassa della
facciata, oppure elemento mobile costituito da due triangoli di alluminio
perforato che, quando si presenta in posizione aperta, copre la base triangolare
della "foglia" diffondendo la luce all'interno. Contro il rischio di
surriscaldamento sono previsti serramenti apribili in sommità alla
facciata.