post fiera estera – La manifestazione londinese ha visto anche quest'anno nella partecipazione delle aziende italiane dell'indotto dell'edilizia ecosostenibile la rappresentanza più significativa.

In tempi di crisi due sono i presupposti fondamentali che permettono a un'impresa di operare proficuamente: una normativa di contesto chiara e la spinta a investire all'estero.

Sono i due fattori che rendono Ecobuild la prima manifestazione mondiale dell'edilizia ecosostenibile e l'appuntamento con cui Londra inaugura annualmente la primavera del quartiere fieristico ExCel, sulle sponde del Tamigi. La 7° edizione, svoltasi dal 20 al 22 marzo, ha visto la presenza italiana crescere di una volta e mezzo rispetto al 2011 e di oltre 10 volte rispetto al 2010, tanto da spingere gli organizzatori britannici ad affidare all'Italia un ruolo di portabandiera per le eccellenze rappresentate nel campo della ricerca e sviluppo nei settori delle rinnovabili, dell'edilizia, dell'architettura e del design.

Tra le motivazioni che spingono le aziende italiane a investire nel Regno Unito, vi è innanzitutto la certezza data dall'attuazione di politiche economiche definite - come il Low Carbon Building Programme - che spinge anche gli operatori italiani dell'immobiliare a considerare il contesto britannico come particolarmente vantaggioso. Non in termini di sovvenzioni pubbliche all'imprenditoria, ma solamente in termini di un contesto politico-istituzionale stabile, che crea presupposti sufficienti per affrontare il rischio d'impresa in questo mercato. Andando ad analizzare alcuni dati recenti della Banca Mondiale, si scopre come l'Italia venga all'87° posto su una lista di poco più di 200 Paesi (dopo Paesi come Ecuador, Eritrea, Estonia, Guatemala, Honduras e via dicendo, ma prima per esempio del Giappone), in termini di facilità nell'avviare e condurre un'attività imprenditoriale, mentre il Regno Unito risulta al 7° posto. Quanto al tempo impiegato mediamente da un imprenditore per assolvere ai doveri fiscali di un anno, andiamo dalle 110 ore britanniche alle 285 italiane (dato migliore rispetto al 2009, quando le ore necessarie erano mediamente 314). Per non parlare della pressione fiscale, circa il 37% nel Regno Unito contro il 68% dell'Italia.

Ecobuild 2012 ha riunito più di 57.000 professionisti del settore e oltre 1.500 espositori di fama mondiale. I visitatori hanno potuto assistere gratuitamente a più di 130 fra conferenze e seminari UBM, multinazionale britannica proprietaria di Ecobuild dal 2012, sta portando avanti un grande sforzo nel confermare la manifestazione come punto di riferimento nel settore della progettazione sostenibile, dell'ambiente e del real estate.

Appuntamento
Ecobuild 2013
dal 5 al 7 marzo 2013
ExCel, Londra
www.ecobuild.co.uk