Fondazione Mudima

The Bearable Lightness of Being - The Metaphor of the Space

"Not all pieces of furniture are the same, some reflect" (Marcel Proust)

La Fondazione Mudima di Milano è lieta di invitarvi alla mostra "The Bearable Lightness of Being - The Metaphor of the Space" presente come evento collaterale della 11. Biennale Internazionale di Architettura, La Biennale di Venezia.
Davide Di Maggio quale organizzatore della mostra e co-curatore con Lóránd Hegyi dice: "Il luogo non è solo uno spazio fisico, ma anche culturale: porre attenzione allo spazio significa porre attenzione al paesaggio, al contesto, al territorio e anche ai sentimenti e alle innumerevoli percezioni che esso provoca in noi".
La mostra suggerisce una lettura particolare degli spazi artisticamente trattati dando l'opportunità di analizzare le differenti posizioni di artiste (donna) contemporanee che lavorano nello spazio e con lo spazio in modi diversi e con diverse intenzioni ed intenti.
Procedendo con metodi e referenti completamente differenti fra loro, le artiste interpretano lo spazio in contesti socioculturali, antropologici e politici.
Gli spazi coinvolti nel loro lavoro sono il risultato di processi plastici, architettonici, fisici, virtuali o digitali dove il livello immaginativo, metaforico e para-logico del significante crea nuove connessioni e nuove vivide e vitali costellazioni con elementi di ampia narratività basata sull'atto di prendere/occupare uno spazio in modo da ridefinire la funzionalità e il linguaggio.
La mostra che si fonda infatti sul concetto di - Den Raum beleben - ossia dare nuova vita allo spazio, presenta esempi paradigmatici di artiste contemporanee che lavorano a differenti interpretazioni funzionali e personali dello spazio intese come contesto umano, sociologico dove è possible intervenire creando nuove relazioni e nuove interferenze.
In questo processo la tradizione culturale, la memoria, la storia, i sistemi linguistici convenzionali, le nuove e concrete sfide, il corpo umano e le sue energie creano una nuova costellazione dove i contesti mentali, metafisici e simbolici sono mescolati con esperienze concrete, personali e spesso emotive di micro-narratività.
Le 16 artiste della mostra hanno sviluppato connessioni artistiche speciali nell'interpretazione della funzionalità dello spazio e nelle referenze antropologiche e culturali. Prendere/occupare spazio, prendere terreno, lavorare nel campo culturale sono il fulcro di questa mostra.
Alcune lavorano con il video e la performance, dove il carattere effimero, l'utilizzazione vitale del tempo e del corpo, l'ambientazione e l'immediato contesto fisico determinano la prassi artistica.
Altre lavorano con processi re-interpretativi quail disegno, pittura, fotografia e scultura dove un certo tipo di presenza immediata dei materiali determina l'argomentazione visuale.
La ricca eterogeneità e la polifonia linguistica dei lavori proposti corrisponde allo status reale della nostra sensibilità e della nostra multi-identità contemporanea poiché riflette l'inevitabile avvicinamento fatalisticorealistico di commentari artistici di micro-narrativa quotidiana.
La mostra suggerisce un'attitudine non gerarchica, intima, personale, aperta, anti-celebrativa e esteticamente sensibile che sembra essere poeticamente efficiente ed efficace nel discorso sulle competenze dell'arte.

Artisti:
Marina Abramovic - Eija-Liisa Ahtila - Maja Bajevic - Renata Boero - Letizia Cariello - Danica Dakic - Gloria Friedmann - Siobhán Hapaska - Candida Höfer - Oda Jaune - Tessa Manon den Uyl - Sabrina Mezzaqui - Yoko Ono - Anila Rubiku - Katharina Sieverding - Francesca Woodman

A cura di:
Lóránd Hegyi (Direttore del Museo di Arte Moderna Metropole, Saint-Etienne)
Davide Di Maggio (Direttore della Fondazione Mudima, Milano)

Eija-Liisa Ahtila, The Tent House, 2004, Photo
Ellen Page Wilson, COURTESY Eija-Liisa Ahtila and Marian Goodman
Gallery
Danica Dakic, LA GRANDE GALERIE, 2004, (c) VG Bild-Kunst,
Bonn
Katharina Sieverding, ENCODE XIV, 2006, (c) Katharina Sieverding, VG
Bild-Kunst