mostre – Una mostra a Pordenone ricostruisce l'attività poliedrica del designer di origini friulane

A volte basta poco per segnare per sempre una vita o una carriera. Un nome. O una sedia. Nel caso di Bertoia, entrambe.
Per Harry Bertoia si potrebbe addirittura parlare della “maledizione della sedia”, nel senso che tale e tanto è stato il successo davvero planetario di una sua creazione, la
sedia Diamond appunto, da offuscare o porre in secondo piano ciò che di altrettanto e forse più grande questo friulano trapiantato negli States creò in campi diversi. Nato
Arieto il 10 marzo del 1915 nel piccolo centro di S. Lorenzo di Arzene in provincia di Pordenone, si è infatti dedicato ad una intensa ed eterogenea attività artistica, poco
nota ai più, che spazia dalla grafica alla scultura alla gioielleria. Azzeccato a tal proposito il sottotitolo della mostra - Decisi che una sedia non poteva bastare - estratto
da una frase di Bertoia che indica quasi come un "limite" il successo riscosso della Diamond rispetto alla sua produzione artistica.

A “risarcirlo” idealmente, a trent'anni dalla morte, viene ora la grande mostra che Pordenone, suo territorio natale, gli dedica fino al 20 settembre, suddivisa in due sedi, il
Civico Museo d'Arte e gli Spazi Espositivi della Provincia di Pordenone.
Lei, la celeberrima Diamond, avrà com'è giusto il posto d'onore ma la coppia di curatori Gilberto Ganzer e Marco Minuz hanno scelto di dare a Bertoia quello che è di
Bertoia, proponendo ciò che di grande egli creò anche prima e dopo il fatidico 1951, l'anno della sedia.
Lo scenario è quello dell'America di Jackson Pollock, Alexander Calder, Josef Albers, della diffusione dell'astrattismo europeo in America e dell'Espressionismo Astratto.
Ma è anche quello dell'esplosione del design: nel 1949, Time dedica per la prima volta una sua copertina ad un designer, Raymond Loewy, il vetrinista francese che
arrivato in America diede nuova veste a treni, automobili, frigoriferi.

Bertoia rifuggì e sfugge tutt'ora alle etichettature che lo vorrebbero industrial designer, scultore, grafico o musicista. Si mosse, infatti, con naturalezza da un campo
all'altro, senza soluzioni di continuità. E da questo muoversi che si sprigiona l'innovazione che ne pervade l'opera.
Cominciò a realizzare le sue prime sculture quando era già riconosciuto come disegnatore. La sua esperienza maturò in un straordinario contesto quale appunto quello
della scuola americana Cranbrook di Bloomfiel Hills, dove ebbe modo di perfezionare le tecniche della lavorazione dei metalli, della realizzazione orafa e delle tecniche di
disegno. D'altra parte, quando Florence Knoll gli offrì l'opportunità di lavorare, senza vincoli contrattuali e con completa libertà, ad un progetto che s'inserisse nella logica
aziendale della Knoll protesa a confrontarsi con l'era del modernismo americano, Bertoia impiegherà proprio le conoscenze maturate precedentemente presso la scuola
di Cranbrook. Nacque la serie Diamond, creata nel 1951 ed esposta, in anteprima mondiale, nel 1952 a New York in quella che fu la prima mostra mai dedicata dalla
Knoll ad un singolo designer.
Fatto per nulla casuale perché in mostra, con la poi celebre sedia, venivano proposti sculture e dipinti realizzati dallo stesso.
Fu un momento cruciale perché permise a Bertoia, proprio nell'osservare quel nucleo di sculture esposte pubblicamente, di comprendere, per la prima volta, che ormai
aveva intrapreso una nuova strada, quella della scultura. Decise così di abbandonare il design nel momento in cui la serie di sedie Diamond viveva il pieno successo
commerciale e il riconoscimento da parte di riviste specializzate.
Sono anni di successo e riconoscimenti. Grandi architetti come Eero Saarinen e Minoru Yamasaki gli chiedono grandi sculture pensate specificamente per dialogare con
gli spazi architettonici. Le sue opere entrano in importanti collezioni pubbliche e private americane.

Di queste e delle altre esperienze di Bertoia darà conto la mostra pordenonese, contestualizzandole nel clima sociale e americano di quei decenni.
Una sezione introduttiva, ospitata presso il Museo Civico d'Arte di Pordenone, focalizzerà l'attenzione sugli anni giovanili di Bertoia, indagati anche tramite un
documentario realizzato per l'occasione; in questa prima parte verranno esposti i suoi disegni giovanili, le sue prime produzioni grafiche e i suoi gioielli, vero e proprio
banco di prova per la sua successiva esperienza scultorea.
Al centro della successiva sezione sarà l'evoluzione del disegno Bertoia proponendo anche un nucleo di opere che testimoniano il rapporto fra Bertoia e Hilla Rebay,
fondatrice del Museo di Non-Objective Art di New York, nucleo embrionale del celebre Guggenheim Museum.
Una sezione verrà naturalmente dedicata alla straordinaria collaborazione fra l'azienda Knoll e Bertoia che darà avvio alla realizzazione della celebrata serie di sedie in
tondino d'acciaio.
Per entrare finalmente nella parte dedicata alla scultura che riunirà, per la prima volta in Europa, tutte le sue principali esperienze. E' un percorso che si avvia, dalle prime
sculture degli anni cinquanta di impostazione ancora geometrica, per arrivare alle famose scultore sonore.
Il percorso proseguirà nelle Sale Espositive delle Provincia con un approfondimento legato alla sua importantissima produzione nel campo del disegno. Il fondamentale
nucleo presente permetterà di visualizzare le profonde trasformazioni e fasi che il disegno assunse nel corso della sua carriera; saranno evidenti, attraverso la presenza di
significative sculture, le forti analogie che sussistono tra il disegno e la scultura.
Tutte le opere presenti in mostra, molte inedite e per la prima volta presentate al pubblico europeo, dialogheranno con documentazione d'epoca tra cui fotografie, video,
documenti proprio per operare una contestualizzazione dei riferimenti in cui il genio di Bertoia prese forma e raggiunse i vertici internazionalmente riconosciuti. Si tratterà
della prima grande esposizione realizzata in Europa con prestigiosi prestiti provenienti dal Guggenheim Museum di New Work e dal Vitra Museum di Weil am Rhein.

Informazioni

Titolo: Harry Bertoia 1915 – 1978

Date: dal 23 maggio al 20 settembre 2009

Luogo: Civico Museo d’Arte (Corso Vittorio Emanuele II, 51) e Spazi Espostivi della Provincia (Corso Garibaldi, 8) - Pordenone

Telefono: 0434 392311/2

e-mail: museo.arte@comune.pordenone.it

www: www.harrybertoia.net