Intervista – Federlegno-Arredo ha avviato un progetto che prevede una strategia comune con il mondo del bagno

Nel corso di un recente incontro a Palazzo Chigi promosso da Federcostruzioni e da Federlegno-Arredo, il Gruppo Cucine di Assarredo ha avviato un dialogo con il Governo e ha consegnato un promemoria sull’andamento del settore al vice del Ministro Scajola e al nuovo capo dipartimento del ministero dello Sviluppo Economico, Giuseppe Tripoli. Il documento, che non è stato reso noto per ovvie ragioni di riservatezza, ha lo scopo di sensibilizzare anche le Istituzioni sulle problematiche di un comparto che è sempre stato tra i fiori all’occhiello del made in Italy, indicando possibili soluzioni per incentivare gli acquisti. In attesa di provvedimenti governativi, il Gruppo continua la sua attività propositiva attraverso le sue commissioni “Innoviamole” ed “Esportiamole”.

Per quanto riguarda quest’ultima, che ha il compito di sviluppare ulteriormente l’export del settore che oggi rappresenta circa il 30% del giro d’affari, la difficoltà rimane ancora legata alla dimensione media delle aziende che talvolta impedisce di effettuare i necessari investimenti per trasformare presenze e forniture tattiche in una presenza più radicata. Con questa consapevolezza, la Commissione “Esportiamole” (coordinata da Silvio Fortuna) si è assegnata il compito di studiare l’individuazione di nuovi mercati nel mondo per promuovere la nascita di “Kitchen district”, ritenendo che la presenza di showroom dedicati al prodotto cucina e ad altri collegati tipo elettrodomestici e arredo bagno, possa rappresentare una piattaforma di strategia di marketing adatta a sviluppare azioni di comunicazione, promozione e commercializzazione comuni. Daq (Design Affidabilità Qualità) + Kab (Kitchen Appliances Bath) potrebbe diventare il binomio per veicolare la riconoscibilità e il conseguente apprezzamento della cucina italiana nel mondo. A Silvio Fortuna, amministratore delegato della nota azienda Arclinea, chiediamo di entrare nel dettaglio del programma di sviluppo sui mercati esteri.

In che cosa consiste la trilogia Kitchen Appliances Bath?
L’acronimo Kab raggruppa i tre settori che nell’export hanno obiettivi coincidenti sia come mercati che come distribuzione. Cucina e bagno sono prodotti che necessitano di progettazione e in ogni cucina sono inseriti almeno tre elettrodomestici.

Quali sono i paesi che avete identificato come i più importanti per la crescita del comparto?
Stranamente la cucina italiana è debole dove il mobile è forte: nei primi sette paesi di esportazione il nostro gap rispetto l’industria tedesca è di uno a dieci. Siamo noi uno. Dobbiamo non tanto pensare a quali paesi ma trovare la chiave risolutiva per quel paese. Abbiamo attivato una collaborazione con l’università, che passando attraverso un dottorato di ricerca ci permetta di implementare un marketing operativo finalizzato e non generalizzato.

In un momento difficile come questo, quanto sono disposte le aziende a investire in un progetto comune?
Questo lo vedremo presto. Certo è che il principale vettore di sviluppo passa attraverso il posizionamento della cucina italiana nel mondo.

Dopo un 2008 che ha ancora registrato una crescita del 4% sui mercati esteri, come è stato l’andamento dell’export per il comparto nei primi sei mesi del 2009?
Certamente negativo. Il nostro settore molto più legato all’edilizia ha maggiore abbrivio (si tende comunque a completare ciò che si è iniziato) e ci ha regalato un 2008 ancora positivo.

Contract o dealer tradizionali: quale è il futuro più promettente per la cucina italiana?

Oggi è il retail: la vendita al dealer e quindi all’utente finale. Ma la catena del valore, all’estero, pone il contract come la via più efficiente per arrivare al consumatore.