Indagine – Un recente studio del Ceses ha messo in luce i fattori chiave dell'arredo cucina: grandezza dell'ambiente, prezzo, qualità, importanza del marchio, durata

Il Ceses (Centro studi economici sociali) di Udine ha recentemente svolto un'indagine, per monitorare l'atteggiamento dei cittadini nei confronti dell'acquisto dell'arredo cucina, in una fase in cui la globalizzazione spesso provoca un senso d'insicurezza, spingendo i cittadini a rifugiarsi nel privato. Una realtà che emerge anche da un'interpretazione attenta dell'indagine Ceses, soprattutto quando si va a scoprire come i cittadini immaginano la propria cucina; o nell'indagare sugli elementi che determinano la scelta di un arredo. Infine, misurando l'aspettativa di vita della propria cucina e l'importanza che i consumatori assegnano a pubblicità, marchio e nome del designer.

La cucina ideale
Immaginata la propria casa ideale, il consumatore si figura una grande cucina con zona pranzo, anche per gli ospiti; parallelamente, il 75,3% degli intervistati colloca al primo posto la “funzionalità” nella scelta di arredo, riservando il secondo posto all'estetica.
Poi c'è la durata: il 73,4% degli intervistati nutre per la propria cucina un'aspettativa di vita che supera i 15 anni. Un dato coerente con la disponibilità di spesa, perché il 29,1% afferma che per nessun ambiente della casa investirebbe più che per la cucina; il 51,9% è disposto a spendere di più solo per la zona giorno, ma si tratta dei due ambienti che, uniti, disegnano la cucina della casa ideale. Importante anche l'affermazione del 79,4% degli intervistati, che preferiscono acquistare cucine con elettrodomestici forniti dallo stesso rivenditore, per garantire la massima coerenza del progetto.

Quanto tempo passano gli italiani in cucina? L'indagine del Ceses distingue la quantità di tempo percepita come trascorsa in cucina, e la quantità di tempo effettivamente trascorso in questo ambiente. Quasi il 60% degli intervistati afferma di trascorrere “molto” tempo in cucina, ma poi, a livello nazionale, il 44,3% vi trascorre meno di tre ore al giorno (una percentuale che sale al 48,7 al nord e si riduce al 36,9% al sud, dove quasi il 40% vi trascorre da tre a cinque ore). Ma una cucina nella quale si ritiene di trascorrere molto tempo della giornata (al di là della misurazione delle ore), quanto dovrebbe durare secondo il consumatore italiano?

L'importanza del marchio
Il 74,4% degli intervistati pensa ad una vita superiore ai quindici anni, mentre il 25% ritiene che l'arredo cucina debba durare tra cinque e quindici. La fama dell'azienda gioca un ruolo decisivo: il marchio influisce molto per il 41,5% degli intervistati (poco per il 41,9%), mentre la firma del designer è ininfluente nel 49,1% dei casi e influisce poco per il 37,9%. Cosa significa? Evidentemente, la qualità del prodotto viene percepita attraverso l'immagine del marchio e non della firma : anche se poi l'azienda sa bene che alla qualità del prodotto e alla creazione della sua stessa immagine contribuisce in modo importante il designer prescelto.

Il 44,9% degli intervistati afferma che la pubblicità influisce poco e il 33,3% niente, mentre le fonti di consiglio privilegiate sono per il 66,3% rappresentate dai punti vendita e per il 26,5% dalle riviste specializzate. Se ne deduce che il consumatore rivendica una sua autonomia di giudizio: ma è un atteggiamento psicologico, di autoemancipazione, perché poi affida alle riviste di settore (piene di pubblicità) un ruolo di consiglio e ancor più ai punti vendita che, di fatto, esercitano pubblicità diretta. Al punto che l'82,2% dichiara che l'assistenza fornita dai punti vendita all'interno di un negozio influisce molto sulla scelta d'acquisto. L'indagine conferma, inoltre, una vecchia conoscenza del settore: la memoria del marchio della propria cucina appartiene ad una minoranza, anche se in crescita. Il 34,6% degli intervistati ricorda il marchio della sua cucina, il 15,1% ha fatto realizzare l'arredo cucina artigianalmente su progetto; il 50,3% non ricorda la marca.