Marmi e pietre – Nel 2008 sono stati investiti circa 1,5 miliardi di euro a livello mondiale

Nell'ultimo esercizio 2008, si sono avuti investimenti nel settore lapideo mondiale per circa 1,5 miliardi di euro. Il conto è presto fatto, assumendo a base di valutazione il prezzo medio dell'export italiano di macchine ed impianti che sempre nel 2008 è stato pari a 920 euro al quintale, e la stima di produzione globale, nell'ordine delle 184 mila tonnellate. Il valore medio per unità di prodotto della tecnologia italiana è superiore di alcuni punti a quello della concorrenza, per cui è ragionevole abbattere la valutazione teorica complessiva di almeno un decimo, e pervenire, da quella contabile di 1,7 miliardi, alla cifra appena citata di un miliardo e mezzo. Rispetto al fatturato mondiale del lapideo, riveniente da informazioni ufficiali dei maggiori Paesi, e dalle fonti di Nazioni Unite ed Unione Europea, l'incidenza degli investimenti non è lontana da un quinto del valore, e quindi, costituisce una quota importante, che testimonia l'esistenza di una buona propensione delle imprese a impegnarsi nello sviluppo del lapideo, pur dovendosi tenere conto delle sostituzioni, ormai prevalenti sulle innovazioni. D'altra parte, l'avanzamento tecnico e la crescita della produttività sono fattori oggettivi che giustificano il ricorso alla pratica degli ammortamenti accelerati, e quindi, a maggiori investimenti.

L'importanza dei finanziamenti
E' inutile precisare che questa propensione cambia notevolmente da un paese all'altro, e che risulta più alta dove la produzione di cava, la trasformazione di laboratorio e le spedizioni crescono più della media. E' il caso della Cina e di altri Paesi terzi come la Turchia, che sono, nello stesso tempo, discreti costruttori ed esportatori di macchine. Investire significa avere una buona possibilità di ricorso al credito o all'autofinanziamento: due fonti di mezzi finanziari che ultimamente sono diventate meno accessibili, inducendo diffuse preoccupazioni, perché senza investimenti il settore non progredisce, sebbene si debba pur dire che la concorrenza attraversa una congiuntura ugualmente precaria. C'è di più: investire significa sviluppare contestualmente la ricerca, in tutte le sue fasi, senza trascurare la promozione impiantistica, perché il mondo degli utilizzatori ha sempre bisogno di informazioni aggiornate circa lo sviluppo della tecnica in termini di rendimenti, qualità del prodotto e sicurezza. Ecco perché tra le esigenze fondamentali, più o meno dovunque, c'è quella di garantire finanziamenti tempestivi e a costi contenuti, senza dimenticare, a livello internazionale, le indispensabili assicurazioni dei crediti.

La qualità paga
Le oscillazioni monetarie hanno avuto una rilevanza non trascurabile nella diversa articolazione degli investimenti, che sono stati relativamente facilitati nell'area del dollaro anche se i costruttori italiani di macchine, leader nel mondo, hanno potuto conseguire proprio nel 2008 un buon incremento dei volumi venduti e del valore medio, nell'ordine di diversi punti percentuali. E' un segnale chiaro: anche nella tecnologia, la qualità paga. Va ricordato che non sono investimenti settoriali soltanto quelli nelle macchine e negli impianti. Il panorama deve essere completato con l'impegno nell'indotto, e in particolare nelle macchine utensili necessarie a produrre tecnologie sempre più avanzate. In campo lapideo, poi, sono investimenti, se non altro dal punto di vista concettuale, quelli effettuati in promozione, anche se resta pervicace la tendenza delle imprese a considerarli alla stregua di costi, e quindi a spesarli direttamente in conto economico, anziché destinarli a stato patrimoniale. Chi investe è in grado di affrontare la congiuntura con prospettive migliori, ma per poterlo fare a ragion veduta è necessario disporre di una certezza del diritto, anche fiscale, che è ben lungi dall'essere uguale per tutti, e di supporti istituzionali conformi al ruolo strategico del settore lapideo. Non è certo una novità, ma si continua a confidare nel fatto che, se non altro alla lunga, le ripetizioni giovino.