san raffaele
©Duccio Malagamba
"La bellezza, in architettura, deve saper parlare. Ma c’è bellezza anche dove non si vede, sotto la superficie, nei nuovi materiali ormai parte attiva della creazione. Se guardiamo alla situazione attuale dobbiamo ammettere che gli edifici non sono progettati secondo i principi di adattamento e ottimizzazione delle risorse esistenti, ma rispondono ad altre istanze: la finanza, la rapidità, il costo, le performance completamente dipendenti dalle macchine e non dall’ambiente. Questo è il prezzo più alto che paghiamo in termini ambientali. Ciò mi porta a riflettere sull’uso dei materiali che possono svolgere una funzione indipendentemente dall’energia esterna: i cosiddetti materiali attivi. Il rivestimento del nuovo Polo chirurgico e delle Urgenze del San Raffaele, la “pelle” bianca dell’iceberg, non è una trovata formalista ma un sistema di lame in ceramica antismog di ultima generazione. Si tratta di un materiale in grado di ridurre l’inquinamento atmosferico, dalle funzioni antibatteriche. La qualità dello spazio, lo spazio esterno, lo spazio interno dell’ospedale, i colori, la modalità con cui sono progettate le stanze, le aree comuni, hanno l’obiettivo di dare dignità alle persone, di rassicurare ed è così che allora possiamo parlare di architettura: è una forma di cura"
Mario Cucinella
san raffaele
©Duccio Malagamba

L’ospedale San Raffaele rappresenta un modello d’eccellenza europea, dove all’attività sanitaria è affiancata la ricerca scientifica e quella formativa con un dipartimento universitario. L’edificio del nuovo Polo chirurgico e delle Urgenze firmato dallo studio Mario Cucinella Architects è una struttura all’avanguardia e totalmente incentrata ai principi di umanizzazione dell’ospedale. L’obiettivo del progetto non è solo quello di curare i malati ma anche l’ambiente e questo si traduce nella scelta di soluzioni sostenibili e al contempo architettonicamente belle e iconiche.

L'Iceberg, così soprannominato per la sua forma peculiare, nasce come ampliamento nel cuore dell’Ospedale esistente, abbandonando lo schema delle piazze orizzontali per elevarsi in altezza, unendo funzionalità ed estetica. Il nuovo edificio del San Raffaele è composto da due grandi elementi complementari tra loro, tanto sul piano architettonico che funzionale: la piastra tecnica che ospita le funzioni ospedaliere più importanti (come il blocco chirurgico, la terapia intensiva e il pronto soccorso) e la torre, all'interno della quale trovano posto i reparti di degenza, gli studi medici e gli ambulatori. Entrambi completano la domanda crescente di cure a livello internazionale. La piastra tecnica, che affiora per un solo livello sopra la quota del terreno, è improntata al massimo pragmatismo, anche formale, per assicurare funzionalità e flessibilità alle attività ospitate e per garantire riconoscibilità e brevità agli accessi e ai percorsi.

La torre, al contrario, è concepita come un accogliente “luogo della guarigione”. È caratterizzata da un’immagine architettonica alternativa rispetto al paesaggio costruito circostante, composta da superfici curve, plasticamente sensibili alla presenza degli altri edifici, e scandite da linee slanciate verso l’alto che ne alleggeriscono le masse creando un elemento di eccezionale chiarezza e riconoscibilità. La torre diventa un landmark che accompagna gli utenti con la luce delle sue facciate e la leggerezza del suo volume. La lieve curvatura dei prospetti permette di differenziare la vista esterna dalle camere di degenza, e migliora l’accesso alla luce naturale nella parte centrale della facciata. Un altro elemento caratterizzante dell’involucro sono le ampie superfici vetrate in corrispondenza degli angoli dell’edificio, dove sono stati ricavati dei soggiorni comuni per le degenze, luoghi di incontro informale. Questi spazi nel periodo invernale agiscono come serre solari, riducendo il ricorso all’impianto di riscaldamento, mentre in estate sono climatizzati per soddisfare le esigenze di comfort e controllo termoigrometrico. L’integrazione di elementi naturali, quali luce e verde, all’interno del progetto e incrementano la qualità degli spazi interni e il benessere degli utenti, i quali possono godere della vista degli spazi verdi sia dalle camere di degenza che dagli uffici. Lo studio ha perseguito un’idea di sostenibilità strettamente legata alla qualità dello spazio ospedaliero e alla sua umanizzazione che viene intesa come ricerca della qualità estetica degli ambienti abitati, quale strumento per coadiuvare il percorso di guarigione. "Abbiamo lavorato con la chiara intenzione di realizzare un edificio ben progettato in grado di migliorarne molto il comfort. Un edificio che avesse bisogno di pochissima energia per il riscaldamento, trattenendo il calore e capace di generare poco guadagno termico, e che richiedesse poco raffreddamento. Sicuramente il nuovo Polo chirurgico e delle Urgenze del San Raffaele è tra i progetti che meglio raccontano l’impegno dello studio sul fronte della sostenibilità e la sua iconica facciata ne è il simbolo" ha affermato Mario Cucinella.

Caratterizzato da un involucro edilizio interamente rivestito in vetro, il nuovo Polo Chirurgico e delle Urgenze presenta una serrata scansione dei prospetti realizzata da lamelle verticali a tutta altezza che svolgono una duplice funzione bioclimatica. Grazie alle ombre portate sulle vetrate, questi frangisole contribuiscono alla riduzione dei carichi termici causati dall’irraggiamento solare, abbattendo il fabbisogno energetico legato alla climatizzazione degli spazi interni e incrementando, al contempo, la quantità di luce naturale diffusa negli ambienti per effetto della riflessione sulle superfici ceramiche. Uno speciale rivestimento catalitico al biossido di titanio rende le stesse lamelle delle vere e proprie trappole per le particelle inquinanti presenti nell’atmosfera che, inertizzate dai raggi solari, sono poi dilavate dalle precipitazioni atmosferiche. Lo stesso materiale svolge un ulteriore ruolo attivo nell’intorno dell’edificio, favorendo la trasformazione chimica dell’ozono in molecole di ossigeno. I principi della bioedilizia sono stati posti alla base della scelta dei materiali di rivestimento degli spazi interni, coniugando i migliori standard igienico-sanitari con l’impiego di prodotti esenti dall’emissione di composti volatili organici (COV), a tutela della salubrità degli ambienti. Banditi i materiali di sintesi largamente utilizzati nell’edilizia ospedaliera, come il pvc, per le superfici interne sono state scelte lastre di grès antibatterico, prodotto che combina elevatissime prestazioni di resistenza meccanica e durabilità con l’azione inibitoria della proliferazione di microorganismi nocivi per la salute. La stessa attenzione è stata dedicata agli arredi e ai sanitari: i primi sono realizzati con materiali eco-sostenibili esenti da formaldeide, mentre nel secondo caso le ceramiche dei lavabi nei bagni, nelle camere di degenza e negli ambulatori saranno trattati con un rivestimento antibatterico. L’impiego di materiali riciclati e la presenza del verde, all’esterno come all’interno, contribuiranno a migliorare ulteriormente la qualità dell’aria e il benessere percepito da pazienti, personale e visitatori. Completano l’edificio scelte impiantistiche all’avanguardia e altamente efficienti che contribuisco ulteriormente a ridurre i consumi energetici dell’edificio. Il nuovo Polo Chirurgico e delle Urgenze sarà il primo Ospedale in Italia certificato LEED Gold.

"Per troppi anni gli ospedali sono stati costruiti come enormi monoblocchi di cemento, strutture poco funzionali, ostili, brutte e soprattutto incapaci di adattarsi all’evoluzione delle esigenze. Nel progetto del Nuovo Polo chirurgico e delle urgenze, l’incontro con un committente illuminato ci ha permesso di lavorare a edificio all’avanguardia, che scardina molti dei luoghi comuni dell’architettura ospedaliera. Finalmente abbiamo potuto dimostrare che un ospedale del nostro tempo può essere funzionale, flessibile, efficiente e allo stesso tempo un luogo bello e piacevole, dove trovare il tempo e la serenità per curarsi e guarire" ha sottolineato Marco Dell’Agli Valletti, Project Director Mario Cucinella Architects.

"La DA è stata una grande occasione di crescita professionale e personale. Attraverso molteplici incontri con la proprietà e la direzione sanitaria e alcuni rappresentanti del personale medico che lavorerà all’interno della nuova struttura, il progetto è stato affinato e perfezionato a più riprese al fine di individuare i requisiti funzionali e rispondere alle effettive necessità. Tale processo di mutuo scambio è stata la chiave della buona riuscita e del successo del progetto" ha commentato Laura Mancini, Project Leader Mario Cucinella Architects.

Scheda progetto
Luogo: Milano
Anno: 2021
Tipologia: Concorso - progetto vincitore
Cliente: IRCCS Ospedale San Raffaele
Superficie: 40.000 mq
Progetto: Mario Cucinella Architects
Team: Mario Cucinella, Marco Dell’Agli Valletti, Giulio Desiderio, Michele Olivieri, Laura Mancini; Emanuele Dionigi, Martina Buccitti, Alberto Menozzi, Giuseppe Perrone, Matteo Donini, Lello Fulginiti, Daniele Basso. Bioclimatic design: Andrea Rossi. Modelli: Yuri Costantini, Ambra Cicognani, Andrea Genovesi. Concorso: Eurind Caka, Stefano Bastia
Visual: Engram Studio, Paris Studio per Mario Cucinella Architects
Progetto Layout Sanitario: InAr Ingegneria Architettura
Progetto strutturale: Ballardini Studio di Ingegneria
Progetto impiantistico: Deerns Italia spa
Progetto antincendio: Ranieri Studio Tecnico Associato
Impresa costruttrice: Itinera spa
Facciate: Aza Aghito Zambonini srl

 

Photo credit: Duccio Malagamba