L’idea di una costruzione in terra battuta ci rimanda, in prima istanza, all’immagine di tecniche costruttive antiche, a un legame più diretto con la materia prima e di conseguenza, con la natura. L’austriaco Martin Rauch, formatosi come ceramista, costruttore di forni e scultore, a seguito di un’esperienza di lavoro in Africa, ha impiegato le sue capacità di artigiano, scultore e progettista, per rivoluzionare la tecnica millenaria della costruzione in terra battuta, sviluppando un processo industriale che meccanizza il suo compattamento. La sua visione globale del lavoro con la terra battuta gli ha permesso di indagare aspetti del costruire molto attuali e interessanti, come l’uso ottimale delle risorse in loco, cicli di produzione semplici e rapidi, materiali ecologici, riparabili e facilmente smaltibili. Attraverso tre progetti, sviluppati da tre differenti studi di architettura in stretta collaborazione con Rauch, è possibile cogliere anche gli aspetti più tecnici e prestazionali, oltre che compositivi e concettuali di questa particolare tecnica costruttiva.

RAUCH HOUSE
Il piccolo volume, incuneato nell’impervio declivio che guarda la valle, si radica nel terreno non solo fisicamente ma anche attraverso la sua materia, lavorata con tecniche costruttive di origine antica, ecosostenibile e completamente smaltibile senza contributi inquinanti. Nella costruzione di questo edificio, in collaborazione con l’architetto Roger Boltshauser, Martin Rauch ha avuto un approccio costantemente sperimentale, in cui verificare le prestazioni del materiale e controllare l’EE (Embodied Energy) di ogni lavorazione. Il terriccio estratto dallo scavo (riutilizzato al 100%) è stato setacciato e suddiviso in granulometrie differenti, per essere utilizzato nelle diverse tecniche di lavorazione. Eccetto le fondazioni, in cemento armato, tutti i muri dell’edificio sono in terra battuta pisé, di spessori differenti; i muri portanti esterni sono caratterizzati da strisce di mattoni di argilla, estratta e lavorata in loco, che controllano il dilavamento della facciata ed enfatizzando l’orizzontalità del volume, aumentando gli effetti di luce e ombra. Durante la fase di compattamento sono stati inseriti, per una profondità di circa 10 cm, all’interno dei blocchi pisé. In corrispondenza dei solai intermedi e di copertura, è stato eseguito, nella muratura, un anello di travi in Calce di Trass (una miscela di sabbia, calce e pozzolana naturale con ottime qualità impermeabilizzanti e di legante a presa rapida, conosciuta fin dell’epoca romana), per la distribuzione del carico; sull’anello si innestano i solai in legno, costruiti secondo la tecnica Dipplebaum; al di sopra dei mezzi tronchi, una cappa in terra battuta e sughero sostiene pavimenti in argilla pressata, finiti a cera di carruba: superfici lisce e omogenee che legano gli spazi, senza soluzione di continuità. Tutte le pavimentazioni esterne sono invece realizzate in mattoni di calce Trass e terra, stabilizzata con caseina. L’isolamento interno è costituito da pannelli di canniccio (10 cm complessivi di spessore), fissati alle pareti in terra battuta con malta di terra; sul canniccio corrono sottili e flessibili tubi in plastica, per il riscaldamento; la finitura dei muri interni, in argilla bianca e sabbia, rinforzata con tessuto di lino, ha la caratteristica di assorbire ed emettere umidità rapidamente, rendendo l’ambiente climatico interno piacevole e salutare. La casa è il risultato della convinzione che con materiali da costruzione naturali, di qualità sufficiente e una buona esperienza manuale, si possano generare involucri di alta qualità. Nell’approfondire l’attenzione e la sensibilità con cui tutti i dettagli dell’edificio sono stati progettati ed eseguiti, ci si rende conto di quanto l’utilizzo della semplice terra abbia alte prestazioni e sia ecologicamente auspicabile.

Scheda progetto
Località: Schlins, Austria, 2005 -2008
Committente: Lehm Ton Erde Baukunst GmbH
Architetti: arch. Roger Boltshauser, Martin Rauch
Costruttore: Lehm Ton Erde Baukunst GmbH
Photos: Beat Buhler

AGRICULTURAL SCHOOL MEZZANA
Il progetto di ampliamento della scuola di Agraria di Mezzana usa il materiale e la tecnica costruttiva del nuovi volumi come manifesto didattico: “seminare, coltivare, arare sono le attività svolte nella scuola, direttamente o indirettamente legate al suolo, che l’uomo modella e lavora” (dalla relazione di progetto). La collaborazione di M. Rauch con lo studio Conte Pianetti Zanetta Architetti, si concentra sull’espressione architettonica di questo aspetto. L’ampliamento prevede nuove aule didattiche e laboratori, articolati in tre corpi di fabbrica, in dialogo con la preesistenza e in relazione tra loro attraverso l’articolazione di spazi pubblici per gli studenti. Sfruttando il naturale dislivello del sito di progetto, piccole piazze su quote differenti connettono i volumi in una sequenza di stanze a cielo aperto e cortili con muri di terra. Gli edifici hanno una struttura in cemento armato per fondazioni, solai e copertura e sono rivestiti all’interno con mattoni forati a vista; il tamponamento esterno è costituito principalmente in muri autoportanti, costruiti con tecnica pisé - Pneumatically Impacted Stabilized Earth. Il materiale per la costruzione dei muri è stato ricavato direttamente dallo scavo delle fondazioni degli edifici. La miscela di terreno estratta è stata analizzata per preparare diverse possibili miscele, da testare attraverso provini. La tecnica pisé utilizza casseri in legno, simili al cassero del CA, con dimensioni modulari variabili a seconda delle esigenze. All’interno dei casseri vengono versati stati di terra umida, spessi 12 cm, che viene successivamente compattata meccanicamente. Ogni tre strati di terra è stato inserito uno strato di malta, per evitare l’eccessiva erosione per dilavamento. Una volta maturati, con essiccazione naturale, i blocchi di terra vengono posti in opera direttamente. I muri esterni così costruiti non subiscono nel tempo alterazioni di colore né attacchi di funghi o microrganismi. Le facciate in terra battuta subiscono un’iniziale erosione fisiologica, che poi si stabilizza, rivelando la matericità e la naturalezza del materiale. L'aspetto ecologico e l'idea concettuale, derivanti direttamente dall’uso della terra terra, svolgono in questo caso un ruolo importante nell’idea di progetto.

Scheda progetto
Località: Mezzana, Switzerland, 2010 - 2012
Committente: Kanton Tessin
Architetti: Conte Pianetti Zanetta Architetti
Concept: Lehm Ton Erde GmbH, Martin Rauch
Costruttore: Erden Lehmbau GmbH
Photos: Bruno Klomfar, Baustellenfoto

RICOLA HERB CENTRE
Il “centro per le Erbe” Ricola si trova nella campagna di Laufen, circondata da campi e siepi per la coltivazione biologica delle erbe necessarie alla produzione delle famose caramelle. Progettato da Herzog & de Meuron, in collaborazione con Martin Rauch, questo monolito in terra cruda domina e integra, al tempo stesso, il paesaggio circostante. La relazione tra erbe e terra si ritrova sia all’interno che all’esterno dell’edificio, poiché la materia di cui è costituito l’edificio è visibile da entrambi i lati e rimanda al profondo rispetto e impegno nei confronti della natura, che l’azienda promuove e sostiene. La progettazione in terra cruda ha posto il focus su due punti chiave: il contributo in termini di efficienza energetica e la prefabbricazione dei pezzi - oltre alla loro costruzione sistematizzata, per permettere il contenimento di tempi e costi, impiegando risorse locali. Per rivestire il più grande edificio in pisé d’Europa (110x29x11 m), sono stati preparati due capannoni, a 3 km dal cantiere, dove produrre e stoccare i 670 elementi necessari. Entro un raggio di 10 km sono stati reperiti i materiali: ghiaia da una cava, argilla da una fabbrica di mattoni e terra direttamente dallo scavo di fondazione dell’edificio. I casseri, 45x360x130 cm sono stati allineati e riempiti lungo una linea di montaggio a catena lunga 50 m, riducendo la movimentazione dei pezzi, spostati solo per l’essiccazione. Nel contempo è stata eseguita “l’ossatura” in cemento armato dell’edificio. La fase di montaggio dell’intero involucro ha richiesto solamente 90 giorni, con il lavoro di 15 operai e il supporto di una gru, per la movimentazione dei carichi. Per enfatizzare l’aspetto monolitico dell’edificio i giunti tra i moduli sono stati prima bagnati, poi riempiti con la stessa miscela di terra, e lavorati e rasati fino a scomparire, lasciando una superficie materica e omogenea. Energia e sostenibilità sono integrati nell’architettura e nelle caratteristiche essenziali del progetto nel suo insieme. La massa termica del terreno contribuisce alla regolazione della temperatura, evitandone i picchi; la capacità di assorbire e rilasciare umidità dei muri favorisce il mantenimento dell’igrometria necessaria ai processi di lavorazione delle erbe, diminuendo il supporto di sistemi di controllo climatico meccanici.

Scheda progetto
Località: Laufen (Basel), Switzerland, 2012
Committente: Ricola AG
Architetti: Herzog & de Meuron
Photo: Markus Buhler

Arketipo 136, Terra, Marzo 2020