Un luogo identificativo dello spirito che muove il volontariato e la celebrazione dell’istituto e del lavoro quotidiano gratuito da parte delle istituzioni e della cittadinanza. È questo il motivo ispiratore che ha permesso la realizzazione della nuova casa del volontariato per la Croce Rossa della Danimarca a Copenaghen. La nuova sede, che implementa quella già presente in città, nasce nello stesso lotto e vuole divenire spazio di riferimento per i 34.000 volontari della Croce Rossa e, al contempo, essere un nuovo luogo pubblico.
Il progetto, a opera dello studio COBE, ha dunque realizzato quanto auspicato: un grande spazio coperto di 750 mq parzialmente interrato per l’associazione il cui tetto è una piazza gradonata di 850 mq per la città che dalla quota strada porta al secondo piano dell’edificio adiacente di cui è estensione. COBE, uno degli studi d’architettura più attivi danesi, è stato il vincitore di un concorso di progettazione istituito nella primavera 2013 che è stato poi realizzato grazie alla donazione di 30.7 millioni di DDK della fondazione A. P. Møller og Hustru Chastine Mc-Kinney Møllers Fond til almene Formål.
Come detto dall’architetto fondatore di COBE, Dan Stubbergaard, questa grande scalinata è la nuova faccia della Croce Rossa in città che, con la sua particolare forma a gradoni, attrae, invita e accoglie i cittadini offrendosi come spazio aperto di ritrovo esplicitando le qualità dell’istituto committente: generosità e modestia.

L’aspetto definito è stato frutto di una progettazione partecipata che lo studio COBE ha messo in atto grazie alla collaborazione attiva della Croce Rossa e di una rappresentanza dei suoi volontari. Il risultato è arrivato dopo aver valutato, proposto e discusso ciascun dettaglio. Dall’apertura, nel novembre 2017, ogni mese più di 500 volontari vi fanno tappa, molti gruppi sono stati a farvi visita e più di 8.000 persone hanno almeno sostano sul suo tetto! L’obiettivo di divenire un punto di riferimento ed elemento ispiratore e attrattivo per la città oltre che per la Croce Rossa è stato quindi centrato grazie alla scelta di un’architettura iconica d’effetto. L’ampliamento edilizio è avvenuto sull’area libera del lotto già occupato dalla sede della Croce Rossa. Si tratta di un tipico edificio a pianta semplice di tre piani fuori terra in mattoni “gialli” a vista con copertura a falde che un tempo era la sede municipale poi riadattata per i volontari della Croce Rossa. Il nuovo volume si innesta quindi nel lotto occupandone quasi interamente la porzione libera e prendendo da essa la forma: un triangolo che si estrude da terra con altezza non costante per permettere il collegamento visivo e fisico tra la strada pubblica e il secondo piano del corpo di fabbrica principale. Facciate e materiali del nuovo volume sono del tutto simili a quelle del preesistente accentuandone l’accostamento pur nella diversa configurazione. L’effetto ottenuto non è tanto quello dell’aumento dell’ingombro costruito ma quello di conservare lo spazio di piazza pubblica dove continuare a incontrarsi per una pausa relax, quattro chiacchiere o un appuntamento. Non stravolge quindi l’idea del tutto danese di legare pubblico e privato costantemente ma dà valore aggiunto allo spazio per la città permettendo un effettivo ampliamento all’edificio principale. Lo spazio interno offre nuovi locali di ritrovo e sale riunioni, un bar e un grande salone centrale gradonato per eventi e convegni con una capienza di più di 100 persone. L’accesso al nuovo corpo di fabbrica avviene dal fronte strada grazie a un taglio che rompe la continuità della scalinata con un’ampia porta vetrata che conduce direttamente ai nuovi spazi. Allo stesso tempo, però, le nuove alzate permettono anche di raggiungere comodamente l’ingresso secondario posto al secondo piano.

Le facciate rivolte verso l’edificio esistente sono caratterizzate da ampie e diffuse vetrate che accentuano il legame visivo con l’edificio originario consentendo alla luce naturale di raggiungere gli ambienti interni. Il nuovo volume si rastrema fino all’eccesso e finisce con il toccare l’edificio principale delicatamente con un piccolo volume dai fianchi completamente trasparenti. Le porzioni libere del lotto sono state lasciate a verde e di fatto tutto il nuovo volume costituisce prolungamento visivo e spaziale della città. Questo intervento si aggiunge ai molti altri ben riusciti dello studio COBE, fondato nel 2005 da Dan Stubbergaard e che conta oggi quasi 60 professionisti tra architetti, paesaggisti e urbanisti ed è uno dei più attivi e premiati del panorama danese.

L’accogliente sala convegni interna può ospitare più di 100 persone

MATTONI TRADIZIONALI PER UNA FORMA ORIGINALE
Sicuramente intervenire sul costruito rende più complesso e affascinante il lavoro del progettista. Saper cogliere gli elementi caratterizzanti dell’esistente e proporre nuove forme e volumi senza impoverire l’esistente né perdere d’identità nella nuova realizzazione è un obiettivo di non semplice raggiungimento. COBE in questo caso ha approcciato nel giusto modo sapendo cogliere gli elementi morfologici e tipologici basilari e caratteristici del costruito per reimpiegarli in nuova veste. La forma particolarmente spigolosa del nuovo volume compone un “edificio non edificio” singolare e di carattere pur restando allineato con gli elementi urbani già presenti (la forma del lotto, la conformazione delle strade e delle piazze adiacenti) e impiegando i materiali della tradizione. Così i mattoni gialli sono impiegati come rivestimento di tutto il corpo di fabbrica aggiunto uniformandolo all’esistente e donando l’effetto massivo all’estrusione della piazza. Dalla regolarità esasperata dell’edificio preesistente i progettisti hanno voluto discostarsi eliminando nel nuovo volume tutte le finestrature (a esclusione dei due accessi) sul fronte principale lasciando che la luce provenga solo dai fronti laterali. Il collegamento tra i due corpi di fabbrica avviene in modo semplice ma scenografico: una sola grande scalinata che salendo si rastrema fino a focalizzarsi su un unico accesso da portafinestra del secondo piano dell’edificio preesistente. Questo spinge l’occhio del visitatore a centrare l’obiettivo, riduce l’impatto volumetrico dell’edificio posteriore ed enfatizza, al contempo, l’accesso del piano terra ricavato sottraendo volume al corpo monolitico della gradonata.

Scheda progetto
Località: Copenaghen, Danimarca
Cliente: Croce Rossa danese
Progettista: COBE
Progettista del paesaggio: PK3 e COBE
Ingegneria strutturale: S.ren Jensen R.dgivende Ingeni.rfirma
Competition: spring 2013
Completion: november 2017
Contractor: Turnkey contractor: C.C. Brun
Photos: Rasmus Hjortshøj, Røde Kors

 Arketipo 131, Recupero, settembre 2019