È lo studio Bruther (Parigi, Francia), fondato da Stéphanie Bru e Alexandre Thériot, il vincitore della settima edizione dello Swiss Architectural Award, premio internazionale di architettura a cadenza biennale promosso dal 2019 dalla Fondazione Teatro dell’architettura, che ha raccolto l’eredità di BSI Architectural Foundation. La settima edizione del premio ha visto riunite le tre Scuole di architettura svizzere: Università della Svizzera italiana - Accademia di architettura; Politecnico Federale di Losanna - ENAC, Section d’Architecture, Politecnico Federale di Zurigo - Departement Architektur, rappresentate in seno alla giuria presieduta da Mario Botta. Il Premio fruisce inoltre del sostegno organizzativo dell’Università della Svizzera italiana - Accademia di architettura.
Anche grazie a questa inedita collaborazione, che sancisce la rilevanza nazionale del Premio, lo Swiss Architectural Award si conferma uno dei premi di architettura più ingenti e prestigiosi, forte di un comitato di advisor composto da architetti e critici di rinomanza internazionale. Lo Swiss Architectural Award intende promuovere un’architettura attenta alle questioni etiche, estetiche ed ecologiche contemporanee e mira a favorire il dibattito pubblico. Il Premio è attribuito ad architetti di età non superiore ai 50 anni (nell’anno in cui il Premio è di volta in volta bandito), senza distinzione di nazionalità, che abbiano realizzato almeno tre opere significative. Il premio, che ammonta a 100.000 franchi svizzeri, sarà consegnato al vincitore nella primavera 2021 all’Auditorio del Teatro dell’architettura dell’Università della Svizzera italiana a Mendrisio, nel corso di una cerimonia che segnerà anche l’apertura dell’esposizione dei lavori presentati dai candidati.

Lo studio Bruther è stato scelto fra 33 candidati provenienti da 19 Paesi, vincendo l’edizione con il maggior numero di partecipanti dall’istituzione del Premio nel 2007, circostanza che ribadisce il ruolo di sismografo delle più feconde ricerche contemporanee, che lo Swiss Architectural Award si propone di assolvere grazie all’eccellenza del comitato di advisors cui spetta la nomina dei candidati.
La Giuria ha attribuito all’unanimità lo Swiss Architectural Award 2020 allo studio Bruther per il Centro culturale e sportivo Saint-Blaise, Parigi (2010-2014), il New Generation Research Center, Caen (2013-2015) e la Residenza per ricercatori universitari “Maison Julie-Victoire Daubié”, Parigi (2014-2018).
Per la Giuria “Le tre opere presentate da Bruther (Stéphanie Bru e Alexandre Theriot) affrontano, con grande coerenza e qualità, il tema della periferia (e nello specifico, la periferia delle città francesi), riconosciuta come luogo nevralgico in cui si manifestano, con forza dirompente, le contraddizioni della nostra società. In contesti difficili, percorsi da tensioni sociali e caratterizzati da spazi anonimi se non degradati, Bruther interviene con un’architettura caratterizzata da una profonda istanza civica, che si propone di restituire dignità a questi luoghi e ai loro abitanti”.
La giuria ha riconosciuto nell’opera di Bruther una piena consonanza con gli obiettivi dello Swiss Architectural Award, premio che si propone di favorire, attraverso il coinvolgimento delle tre Scuole di architettura svizzere, il dibattito pubblico sul ruolo dell’architettura nella società contemporanea, e con maggiore urgenza nel periodo di crisi che stiamo attraversando.

La giuria della settima edizione è stata presieduta da Mario Botta e composta da Riccardo Blumer (direttore dell’Accademia di architettura, USI), João Luís Carrilho da Graça (Lisbona), Dieter Dietz (direttore della Section d’Architecture, EPFL-ENAC) e Christophe Girot (decano del Departement Architektur, ETHZ). I candidati alla settima edizione dello Swiss Architectural Award sono stati nominati da un comitato di advisor composto da Manuel Aires Mateus, Lisbona (Portogallo); Solano Benitez, Asunción (Paraguay); Angelo Bucci, São Paulo (Brasile); Marianne Burkhalter, Zurigo (Svizzera); Sean Godsell, Melbourne (Australia); Steven Holl, New York (USA); Junya Ishigami, Tokyo (Giappone); Bijoy Jain, Mumbai (India); Shelley McNamara, Dublino (Irlanda); Valerio Olgiati, Flims (Svizzera); Adolph Stiller, Vienna (Austria); Elisa Valero, Granada (Spagna); Paolo Zermani, Parma (Italia).