approfondimento – L'articolo del Presidente di Inarcassa, Arch. Paola Muratorio, a sostegno del Manifesto Adepp per il welfare dei professionisti italiani.

Da quando il processo di riforma della previdenza ha coinciso con la recessione nella quale è precipitato il nostro Paese, insistiamo su temi che non si fermano alla "sola" previdenza, ma guardano, anche e soprattutto, alla drammatica mancanza di lavoro per le nostre categorie e a come affrontare questo deficit.

I nostri iscritti,  i nostri colleghi, ci chiedono di contare di più. Ed è giusto che sia così. Siamo oltre due milioni di liberi professionisti e siamo portatori di competenze, conoscenze e "saper fare" che rappresentano il principale se non l'unico, vero, vantaggio competitivo a disposizione di chi saprà far ripartire il sistema.

Abbiamo i numeri non solo per contare ma per concorrere a definire ed attuare gli interessi generali del Paese. E li abbiamo ancora di più dopo aver realizzato la riforma della previdenza. Adeguandola al più vasto riordino del sistema pensionistico italiano abbiamo introdotto agevolazioni per i più giovani, protezioni per gli anziani e meccanismi di solidarietà per chi ha redditi insufficienti.

Il "Manifesto per un welfare dei professionisti italiani" promosso dall'Adepp è un primo importante passo per renderci, al pari di altre categorie produttive, un interlocutore autorevole ed ascoltato del Governo che verrà.

Noi non vogliamo e non chiediamo, privilegi, protezioni o prebende. Ci interroghiamo ed interroghiamo chi ci governerà: sul ruolo essenziale del sistema previdenziale privato, sugli elementi chiave del rapporto tra quest'ultimo e la Pubblica Amministrazione e su come poter attivare un circolo virtuoso tra previdenza e lavoro. Non sono domande oziose. Noi, con il Manifesto, proponiamo: un modello fondato su indipendenza patrimoniale, autonomia gestionale, vigilanza pubblica; un sistema legislativo, più in linea con l'Europa, che guardi alle professioni prima che alle loro organizzazioni, senza privilegi ma senza penalizzazioni fiscali. E vogliamo infine un "welfare allargato", dove la previdenza si integri con nuove opportunità, prima tra tutte un migliore accesso al credito.

Possiamo partire da qui per declinare i nostri interessi aiutando l'Italia a crescere, attraverso percorsi che tengano conto di chi, al nostro Paese, molto ha dato e molto potrà dare.

manifesto

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