La nuova sede - ricorda Quinto Biondi che con Stefano Giorgi e Claudio Galli ha fondato Isolcasa nel 1987 - è un sogno che oggi si realizza. Dopo 34 anni di presenza sul mercato dei serramenti, abbiamo guardato il nostro operato in prospettiva. La crescita produttiva ci ha indotto a spostarci dalla storica sede a San Giovanni Marignano dove non esistevano spazi idonei e, in contemporanea, ci siamo posti l’obiettivo di pensare a un futuro nel quale vediamo un passaggio generazionale verso i nostri figli Jarno Biondi, Chiara Giorgi, Alessandro Giorgi, Laura Galli e Paola Galli che già da tempo operano in azienda. Isolcasa ha mostrato in questi ultimi anni un forte trend positivo sapendo comprendere le nuove esigenze del mercato e intercettando il modo in cui il concetto dello spazio e della finestra sia cambiato in questi anni. In questa giornata d’inaugurazione di Isolcasa, abbiamo scelto di spostare il pensiero, cercare altri linguaggi, ponendoci domande più ampie che non esplorano l’aspetto tecnico di una finestra bensì vogliono trovare una radice nel perché facciamo quello che facciamo e di come facciamo esperienza di quel che viviamo”.
Così è nata Open Vision, una tavola rotonda per aprire un dialogo sullo spazio e sulla relazione dell’uomo con il proprio ambiente, al di là del serramento. Perché il modo di concepire lo spazio e di vivere le nostre vite ci portano a una considerazione profonda sul significato di quello che scegliamo, di come viviamo e di cosa guardiamo. La finestra, un oggetto d’arte o un luogo allestito per riflettere un progetto.
La tavola rotonda moderata da Ofelia Bartolucci, brand curator progetti Isolcasa, ha visto, oltre a quella di Quinto Biondi, la partecipazione dell’arch. Thomas Selmin di Studio 101 architetti associati che ha progettato la nuova sede dell’azienda, dell’arch. Giorgio Marchesi, art director Isolcasa, e dell’arch. Matteo Pericoli, illustratore e autore di libri che hanno come protagonista la finestra.
Una platea di persone, tra cui i partner tecnici di Isolcasa, Salamander, Siegenia, Predari Vetri, ma anche quelli finanziari che nel tempo hanno creato con Isolcasa un ecosistema economico, ha potuto seguire con estremo interesse la possibilità di 'vedere' la finestra con occhi diversi: “le finestre delle nostre stanze si trasformano nei nostri punti di contatto con il mondo. Un contatto che da un lato protegge e separa e dall’altro ci unisce” come ha ricordato l’arch. Pericoli.
La nuova sede, nell'area industriale di San Clemente vicino a Rimini, traduce il percorso di crescita dell’azienda, dimostrando simbolicamente il suo continuo crescere negli anni e ne rappresenta la filosofia: massima trasparenza e tensione verso l’alto. Un luogo ideale per poter lavorare e nel contempo sentirsi “bene” fisicamente e psicologicamente. Un posto dove essere immersi nel paesaggio di San Clemente sentendosene completamente parte. Il nuovo edificio è un luogo di ispirazione, sperimentazione e realizzazione delle idee: la conformazione dei volumi lo racconta chiaramente. Il tema della luce è un tema molto forte in questo fabbricato grazie alle strutture vetrate e i giochi di volumi.
L'arch. Thomas Selmin di studio 101 architetti ha interpretato la natura dell’azienda in continua crescita, progettando il primo dei corpi di fabbrica come un grande contenitore in vetro, in cui si distribuiscono altri due volumi indipendenti e collegati tra loro attraverso il nodo distributivo centrale, maestoso con le sue grandi altezze, e allo stesso tempo a misura d'uomo.
Ci sono un grande corpo vetrato direzionale, un corpo prefabbricato basso per la produzione, un corpo prefabbricato alto per lo stoccaggio meccanizzato. La proporzione degli spazi è sempre sott'occhio a chi ne usufruisce, poiché viene privilegiata sempre la vista completa della grande facciata principale anche dall'interno, attraverso divisori in vetro, ballatoi e una 'terrazza' coperta all'ultimo piano, che permette di aprire lo sguardo su tutti i lati. Il percorso verso l’ingresso è una sorta di “invito a entrare” riassunto in una serie di portali in prefabbricato di cemento di grandezza scalare che accolgono il visitatore e lo guidano verso l’ingresso come un imbuto verso l’ingresso. “Come un 'tunnel' che si restringe” suggerisce il progettista.
La fontana, la scultura dell’ingresso, la grande scala - ha spiegato Biondi - rappresentano un concetto filosofico che riguarda la vita dell’azienda. La vita dell’essere umano dipende dall’acqua, nasce dall’acqua. La fontana accoglie il visitatore e la scultura, la madre di Casellati che subito sopra la fontana offre un’idea di contatto verso l’alto, rimarcata della presenza della scala”.