Il centro congressi sorge su un lungo tratto di terra (450 m di lunghezza) di geometria irregolare, a ridosso del litorale della città di Palma di Maiorca e non molto lontano dal centro storico, creando un dialogo sia con il mare che con la Cattedrale di Santa Maria. A seguito di un concorso internazionale tenutosi nel 2005, che ha scelto come vincitore il progetto di Francisco Mangado, i lavori sono iniziati nel 2008, con un’interruzione tra il 2012 e il 2014, per finire nel 2017 rispettando il budget iniziale. La decisione di costruire un centro congressi nasce dalla necessità di avere una sede adeguata per soddisfare la crescente domanda in una capitale turistica come Palma e dalle storiche richieste degli agenti sociali ed economici dell’isola. Il programma funzionale del complesso è estremamente articolato, sia per le attività previste che per lo sviluppo architettonico, teso alla creazione di un punto di riferimento cittadino. Infatti, il centro congressi si trova in una posizione centrale: il lungomare permette di raggiungerlo a piedi e ci sono trasporti pubblici da tutta la città. Il programma comprende diverse sale per convegni e concerti, la più grande con 2.000 posti, oltre ad aree espositive, un hotel a nove piani, ristoranti, parcheggi sotterranei e la gamma di servizi necessari per completare una struttura di 60.000 m2. Nel presentare questo progetto, l’architetto non parla esclusivamente dell’edificio, suggerendo chiaramente che una costruzione di tali dimensioni, con un programma così vasto e complesso e situata a un crocevia di così tante caratteristiche paesaggistiche urbane e naturali, è più vicina all’idea di una piccola città, con tutte le implicazioni funzionali e gestionali, che non di un singolo oggetto.

Il progetto è stato sviluppato sulla base di tre concetti fondamentali. In primo luogo, la coerenza con la geometria del sito e la complessità del programma. Con un sito così allungato e un programma così ampio, c’era il pericolo di creare un volume troppo imponente. In secondo luogo, doveva dialogare con il mare, affrontando, nel contempo, con un orientamento sud-ovest, i conseguenti problemi di radiazione solare eccessiva, specialmente in estate. In terzo luogo, data la posizione e il carattere istituzionale, doveva essere leggibile come una città a sé stante, così come una parte del lungomare. Per quanto riguarda il primo concetto, è stata presa come riferimento l’articolazione urbana della città di Palma di Maiorca. La geometria spezzata delle vecchie mura, che sono il sostegno e la base della cattedrale gotica, trasferita nella pianta del nuovo edificio ha permesso di organizzare il programma in modo diversificato, evitando la monotonia formale e visiva che un volume di queste dimensioni potrebbe implicare. Da qualsiasi punto dell’edificio si hanno prospettive diverse. Il volume dell’hotel, unito al complesso da un ponte, partecipa a questa geometria spezzata e permette a quasi tutte le stanze di avere la vista sul mare. L’orientamento sud, affacciato sul mare, e l’idea di rendere il complesso parte del lungomare costituiscono una decisione unica. L’edificio è stato progettato per fronteggiare il mare attraverso una facciata profonda 6 m. La facciata incornicia le viste dall’interno, ma agisce anche come un enorme brise-soleil che regola l’ingresso della luce solare. La facciata incorpora, inoltre, le scale mobili e collega i vari livelli dell’edificio permettendo agli utenti di contemplare il mare e in continuità con la passeggiata del lungomare. Ristoranti panoramici e caffè abbondano in questa idea di rendere il nuovo centro congressi una sorta di ponte panoramico sull’acqua. A completamento di questa strategia c’è l’alto grado di permeabilità a livello del suolo tra interno ed esterno, con spazi intermedi protetti da una ricca geometria di mezzanini che, sospesi sul pianterreno, creano sbalzi che danno protezione solare agli ingressi, proiettando ricche sfumature di ombre e invitando a entrare nell’edificio. In termini organizzativi, l’edificio è semplice. La facciata sud è una continuazione del lungomare. L’affaccio nord è poco permeabile, contiene gli ambienti di servizio, ma è aperto in punti con particolare significato urbano con lo scopo di creare trasparenze verso il mare. Ciò accade, ad esempio, quando il complesso si apre attraverso un “cancello” tra nord e sud, materializzato in un ponte che collega il volume dell’hotel con quello del centro congressi. Tra queste due facciate c’è lo spazio interno, una sequenza continua progressivamente riempita di accessi protetti da grandi aggetti, foyer di varia altezza e auditorium con volumi di geometria espressiva e autonoma, circondati da elementi di circolazione, scale e passerelle. Vasti spazi fungono da gallerie espositive con altezze variabili per consentire lo svolgimento di differenti eventi. All’ultimo livello è localizzato il ristorante principale adiacente a un giardino pensile con vista aperta sul mare. Questo piano è direttamente collegato al corpo dell’hotel tramite un ponte che consentirà il funzionamento integrato degli spazi. L’hotel è contenuto in un volume indipendente, differenziato anche matericamente dal resto dal centro congressi. Esso è concepito come un grande atrio centrale a tutt’altezza attorno a cui sono disposte le camere e i connettivi. L’articolazione spaziale di questo volume, insieme alla sua configurazione formale e geometrica, contribuisce al risultato finale.

In termini strutturali, c’è una corrispondenza totale tra forma e struttura. I volumi dell’auditorium sono realizzati con muri di calcestruzzo e le due pareti longitudinali che definiscono la facciata nord sono strutturali, così come la facciata sud, realizzata con una struttura metallica autoportante che sostiene l’edificio. Per quanto riguarda i materiali, l’edificio utilizza pietra locale per il rivestimento della facciata nord, meno permeabile, e del tetto, oltre allo zoccolo del piano terra. Progettata per risaltare rispetto alla pietra è la facciata sud, realizzata con una sottostruttura di acciaio e rivestita con pannelli in matrice di alluminio (realizzata includendo bolle d’aria con agenti stabilizzanti all’interno di una base di alluminio) e in aggetto rispetto alla chiusura del piano terra. Un’enorme facciata-belvedere appoggiata sulla materialità rocciosa di Maiorca. Quando il sole si riflette sulla schiuma di alluminio ricorda, da lontano, i riessi delle squame di un pesce e del mare.

LE SALE CONGRESSI: FLESSIBILI E FUNZIONALI
All’interno del Centro sono previsti due auditorium: uno da 2.000, l’altro da 600 posti. L’accesso a questi spazi avviene direttamente dal piano terra; dal Paseo Marítimo si accede a due grandi atrii (in cui sono localizzati anche il guardaroba, la biglietteria e i servizi igienici) localizzati alle due estremità del volume del centro congressi, in modo da garantire l’indipendenza funzionale agli spazi. Le sale sono organizzate in una platea a gradoni su due livelli (di differente forma e dimensioni a seconda della conformazione del volume) e con un palcoscenico. I palchi hanno lo spazio retrostante comune in modo da aumentare le possibilità di utilizzo. Anche le sale congressi sono state progettate con l’idea di permettere il massimo grado di flessibilità: oltre all’utilizzo per le grandi platee, è possibile una disposizione ad auditorium che esclude il pubblico direttamente al di sotto del palcoscenico dove l’acustica non è accettabile se non è amplificata. Le due sale possono, inoltre, essere divise per mezzo di pannelli mobili per consentire lo svolgimento simultaneo di congressi minori. La struttura portante è realizzata con muri di calcestruzzo armato posti all’interno rispetto alle facciate di chiusura dell’edificio: in tal modo si creano una serie di spazi a triplo volume, interrotti in modo irregolare da passerelle e balconate a varie altezze (che fungono da percorsi di smistamento e da uscite di sicurezza delle sale) che contribuiscono all’effetto scenografico dell’insieme. Verso l’esterno i muri delle sale sono rivestiti con listelli verticali di padouck a coste, di colori differenti ma sempre con tonalità scure che contrastano con la trasparenza delle chiusure e con il bianco dei rivestimenti in cartongesso delle passerelle perimetrali. All’interno, il rivestimento di pareti e soffitti è realizzato con pannelli fonoassorbenti in okumè con finitura di alluminio posizionati e sovrapposti l’uno sull’altro come se si trattasse di squame di pesce. Il pavimento è realizzato con plance di faggio su materassino acustico con gradazione di color marrone chiaro in modo da contrastare con il grigio specchiato delle pareti.

IL FRONTE SUL MARE: PERMEABILITÀ E PROTEZIONE
Il centro congressi è fortemente caratterizzato dalla presenza di due facciate significativamente differenti sia dal punto di vista estetico che funzionale. La facciata del fronte nord e di rivestimento dell’intero corpo dell’hotel è stata pensata come una cortina, per quanto possibile, opaca; su questo fronte, infatti, trovano posto gli ambienti di servizio che, quindi, non necessitano di elevati apporti di luce naturale. Il rivestimento è realizzato tramite una facciata ventilata con lastre di pietra locale sulle tonalità del giallo/ beige posate in sovrapposizione in modo da ricordare le squame di un pesce e fissate con ancoraggi puntuali nascosti. Dietro il rivestimento è presente un isolamento a cappotto (spessore 50 mm) realizzato con poliuretano spruzzato. Il rivestimento in lastre di pietra continua anche in copertura. La facciata sud è uno degli elementi peculiari del progetto: è stata pensata completamente vetrata (una facciata continua a montanti e traversi di alluminio), in modo da permettere di godere della vista del mare, e con un enorme brise-soleil, circa 6 m di profondità, pensato con un reticolo regolare di elementi verticali e orizzontali che diminuiscono di spessore dall’interno verso l’esterno. In questo modo l’interno dell’edificio è costantemente schermato dalla radiazione solare diretta, evitando il surriscaldamento, e viene mantenuta una leggerezza nel volume complessivo grazie alla creazione di queste “finestre” sul mare con i lati svasati. La facciata è realizzata con una sottostruttura di acciaio con profili a T imbullonati, appesi alle mensole principali in profili HEB. Il rivestimento è realizzato con pannelli in matrice di alluminio ottenuta includendo bolle d’aria con agenti stabilizzanti all’interno di una base di alluminio (spessore 43,2 mm). I pannelli, così trattati, oltre ad avere un peso estremamente ridotto a fronte di una significativa rigidezza, non producono riflessi solari indesiderati, ma la grana superficiale produce vibrazioni luminose molto espressive e attraenti.

 

Scheda progetto
Progettista: Francisco Mangado
Committente: Palau de Congressos de Palma de Mallorca
Construction period: 2007 - 2017
Area Congress Center and parking area: 37.700 m2, hotel: 17.700 m2
Costo: 125 million euro
Localizzazione: Palma de Mallorca, Spain
Gruppo di progetto: I. Alonso Barberena, A. Aller, M. João Costa, A. Fiestas, A. Muñiz. J. Gois, S. Rio Tinto, E. Pradera, I. Oyaga, S. Cacchione, I. Etayo, A. Gazteiu-Iturri, A. Bovin, R. Královic, M Manero, W. Sumlet, C. Martín
Ingegneria strutturale: NB 35
Progetto illuminotecnico: Higini Arau; ALS Lighting
Controllo costi: Pedro Legarreta
Periodo di progetto: 2006 - 2007
Impresa principale: Acciona Construcción
Infissi di legno Blasco: Construcciones en Madera
Struttura metallica: Callfer
Rivestimento: Composites Gurea
Struttura metallica: Elaborados Ferricos, Naumetal Estructuras Metalicas
Ancoraggi: Hilti Española
Climatizzazione: Humiclima Est
Pareti divisorie: Industrias Laguna Belvis
Strutture di alluminio: Mairata
Piscina e SPA: Mavida Elements
Ingegnerizzazione: Nechi Ingenieria
Porte metalliche: Puertas Paver
Additivi chimici: Sika
Facciata/copertura di pietra: Sucomaga
Facciata in pannelli compositi: Vitrocsa Iberica
Ascensori e scale mobili: Zardoya Otis
Photos: Roland Halbe, Juan Rodriguez

Arketipo 116, Sicurezza, dicembre 2017