approfondimento – ClimAbita ha sviluppato due ambiti di attività, uno indirizzato alla certificazione energetica degli edifici, l'altro alla definizione di strumenti di qualità nella costruzione.

La Fondazione ClimAbita ha come obiettivo lo sviluppo e la promozione di una nuova cultura del vivere e costruire sostenibile. Abbiamo approfondito con l'attuale presidente di ClimAbita Norbert Lantscher, già direttore dell'Agenzia CasaClima, alcuni aspetti relativi a efficienza e certificazione energetica degli edifici.

Chiara Scalco. A che punto si trova l'Italia in materia di efficienza energetica degli edifici e quali sono le prospettive future?
Norbert Lantschner. La nostra società è minacciata dalla scarsità di energia: dobbiamo curare velocemente l'edilizia energivora. Dalla famosa Direttiva Europea 2002/91/CE del 16 dicembre 2002 in poi si è cominciato a parlare in tutta Europa di efficienza energetica e di contenimento delle emissioni di gas climalteranti, attraverso un intricatissimo sistema normativo che in Italia ha avuto un percorso ancora più capzioso e difficile. Da tempo si conoscevano gli effetti e la proporzione dell'inquinamento atmosferico a carico del comparto edilizio nei paesi industrializzati ma è stato solo da quel momento che nel mondo economico e sociale europeo ci si è resi conto diffusamente dell'importanza dell'efficienza energetica, che è stata una grande sfida ed anche una grande occasione. A poco più di 10 anni trarre le somme non è facile e se da un lato osserviamo un positivo timido cambiamento di mentalità da parte dei cittadini verso i consumi degli edifici - certamente indotto dagli obblighi di legge più che da una sensibilità vera e propria - dall'altro ancora siamo frastornati dagli esiti dei rapporti ufficiali come quello di Legambiente (il secondo) che boccia nuovamente il comportamento energetico degli edifici sul territorio nazionale: "Tutti in Classe A", sulla carta.
Che ci sia la necessità di nuove e più incisive politiche indirizzate al risparmio energetico nel comparto edilizio è questione ormai ovvia e non si capisce perché la Politica non si concentri su questo capitolo che può essere il vero volano dell'economia; pensiamo all'immenso parco edilizio da riqualificare, da cappottare. Occorrerebbe un cambiamento di paradigma economico e sociale, un nuovo welfare state indirizzato a garantire la salute ed il benessere dei cittadini in rapporto al bene che hanno più caro: la casa.

C.S. Quali sono i protocolli e gli standard della Fondazione ClimAbita?
N.L. Per dare una risposta ai temi precedentemente accennati ClimAbita, oltre all'enorme lavoro svolto di comunicazione e formazione professionale, ha sviluppato due ambiti di attività: uno indirizzato alla certificazione energetica degli edifici, l'altro alla definizione di strumenti di qualità nella costruzione.
Il primo è l'Energy Pass e_ClimAbita che aiuta a conseguire gli obiettivi dell'uso intelligente dell'energia garantendo le esigenze di comfort, di risparmio economico e di rispetto dell'ambiente. In coerenza con i propri obiettivi di chiarezza e di serietà verso i cittadini ed in conformità con quanto stabilito dalla Direttiva EPBD, la certificazione e_ClimAbita garantisce l'indipendenza e la terzietà del processo di certificazione energetica degli edifici introducendo la figura del Supervisor Energetico ClimAbita il quale, nominato dalla Fondazione, sovrintende all'intero processo di certificazione, dal controllo del progetto attraverso le verifiche di cantiere fino alla conclusione della costruzione quando, in qualità di certificatore accreditato, rilascia l'Attestato di Prestazione Energetica (APE) secondo la legislazione nazionale, regionale o provinciale congiuntamente all'emissione, da parte della Fondazione, dell'EnergyPass.
Altro strumento elaborato dalla Fondazione ClimAbita è la famiglia di marchi EcoLife ossia un insieme di sigilli di qualità ambientale, comfort e salubrità che diventano un segno distintivo per imprese di costruzioni, aziende produttrici, società immobiliari, enti pubblici che intendono perseguire la via della sostenibilità innescando un processo virtuoso di miglioramento continuo nella ricerca dell'eccellenza e dell'innovazione di prodotto. A questa famiglia appartengono Home per le case prefabbricate in legno, Habitat per i quartieri sostenibili, Window per i sistemi finestra, Compound per i materiali e i prodotti, Solution per i sistemi e per ultimo Re-novo per gli interventi di riqualificazione edilizia del patrimonio esistente.

C.S. In che modo la certificazione energetica può contribuire a un migliore risanamento degli edifici?
N.L. Negli ultimi anni molte sono state le occasioni per sperimentare e promuovere nuovi modelli di città ed ancora continuano a esserci, anche in questo drammatico periodo di crisi; ma non sempre dietro al velo degli intonaci osserviamo interventi edilizi all'altezza delle prestazioni dichiarate. Per non parlare poi degli interventi sul patrimonio edilizio esistente per il quale ancora oggi si osservano interventi di rifacimento delle facciate o delle coperture senza prendere in considerazione l'isolamento. Certo che la responsabilità di queste mancanze non è tutta dei proprietari, i quali spesso non hanno risorse sufficienti da investire nel risanamento energetico; è proprio su questo nodo che si dovranno giocare le prossime partite: qualità e risorse.
Dovranno essere messi in campo, da un lato sistemi di certificazione che attuino un serio controllo ed accertamento sui risultati finali, strumenti di facile attuazione e di facile comprensione ma rigorosi, trasparenti ed indipendenti; solo in questo modo il cittadino potrà avere la garanzia di essere stato tutelato nel suo acquisto e nel suo investimento. Dall'altro lato dovranno essere "inventati" canali di finanziamento privilegiato da parte del sistema creditizio che potrà trarre il doppio vantaggio di poter erogare nuovi finanziamenti su nuovi clienti con la garanzia di poter recuperare il denaro prestato grazie al risparmio sulla bolletta energetica ottenuto dai clienti stessi che hanno eseguito i lavori di risanamento.

C.S. Quali sono le sfide fondamentali, in materia di energia ed edilizia, su cui scommettere nei prossimi anni, quali gli ostacoli da superare?
N.L. Innanzitutto la riconversione del patrimonio edilizio esistente; un enorme colabrodo a cui debbono essere prima di tutto tappati i buchi. Parallelamente occorre investire sulle le fonti energetiche alternative, i micro impianti cogenerativi, l'energia solare ed eolica tenendo presente che l'energia più "verde" è quella che non si consuma.
Gli ostacoli ci sono e l'elenco di questi sarebbe troppo lungo da recitare ma i peggiori fra tutti sono quello culturale che fa il paio con quello del pregiudizio. Cambiare non è né facile né comodo e solo la visione di generosità che può avere un genitore nei confronti dei propri figli può stimolare al cambiamento culturale. Per quanto riguarda il pregiudizio direi che è esso molto vivace in ogni direzione. Occorre più disponibilità all'ascolto e fiducia nelle giuste competenze; da noi opinione diventa subito protesta e intolleranza; è indispensabile serietà professionale e onestà intellettuale, coraggio politico e sociale e poi fiducia, fiducia e ancora fiducia.