L'attuazione della certificazione energetica degli edifici nel nostro Paese è un processo lento e complesso; ancora oggi, dopo sei anni dalla sua prima introduzione in Regione Lombardia e dopo quattro dalla pubblicazione delle Linee guida nazionali che ne hanno esteso l'applicazione su tutto il territorio italiano, restano ancora molti progressi da fare. È quanto evidenzia il rapporto 2013 sullo stato di attuazione della Certificazione energetica degli edifici diffuso dal Comitato Termotecnico Italiano (Cti), che ha fatto il punto su una situazione caratterizzata da tanti chiaroscuri. È infatti bastato che nei mesi scorsi il termine "attestato di certificazione energetica" (Ace) venisse per legge modificato in "attestato di prestazione energetica" (Ape), per diffondere tra gli addetti ai lavori della filiera - dai costruttori ai certificatori, dai cittadini ai notai - l'idea che fosse tutto da rifare.
La situazione italiana, unica a livello europeo, è resa ancora più complessa dall'articolo 17 del D.Lgs. 192/05, che consente alle Regioni e alle Province autonome di recepire in modo autonomo la Direttiva 91/2002, pur nel rispetto dei principi generali dello stesso Decreto. Da qui ha origine il sostanziale caos normativo, con regole diverse da regione a regione, certificatori energetici con competenze richieste anche molto differenti, criteri di classificazione e perfino metodologie di calcolo diverse. Lo spezzettamento delle competenze ha prodotto anche la maggioranza delle criticità del sistema di certificazione nazionale. L'aspetto più problematico è rappresentato dalla qualità degli attestati stessi, che andrebbe affrontata applicando efficaci procedure di controllo e con l'aggiornamento continuo dei tecnici. In secondo luogo le classi di prestazione energetica oggi non risultano comparabili per tutte le Regioni, non permettendo così un confronto tra edifici che si trovano in località diverse. Allo stesso modo, il tecnico certificatore qualificato in una Regione non può operare in tutto il territorio nazionale. «Si tratta di un aspetto che probabilmente porta ad aumentare i costi per il cittadino e che potrebbe essere superato utilizzando una procedura nazionale unificata. L'attuale tendenza è quella si allinearsi alle UNI/TS 11300, come sarà presto anche per Regione Lombardia, e ciò costituirà un passo fondamentale nella direzione auspicata», evidenzia il Cti.
Nonostante tutto, lo studio mette in luce come, almeno in termini quantitativi, la certificazione energetica in Italia abbia dato i suoi frutti: il numero ufficiale dei certificati emessi ha superato ampiamente i due milioni di unità; sono inoltre ormai decine di migliaia i tecnici certificatori che svolgono in modo spesso esclusivo tale attività professionale. L'attuazione della certificazione ha inciso effettivamente sul mercato delle nuove costruzioni, diventando elemento di traino verso la qualità energetica, tra l'altro in un periodo economico non particolarmente favorevole. Il risultato è che i professionisti che progettano si confrontano oggi con aspetti energetici che fino a pochi anni fa non prendevano nemmeno in considerazione; i cittadini, quando acquistano una casa, chiedono il certificato e, se è nuova, pretendono livelli di classificazione elevati. In linea generale lo studio sottolinea in effetti come la certificazione energetica funzioni bene per gli edifici nuovi, almeno nelle Regioni che l'hanno recepita con maggiore convinzione. In Lombardia, ad esempio, è diventata un importante driver per il mercato edilizio di qualità. Nel maggio 2013 il catasto energetico regionale lombardo contava 6.437 certificazioni di classe A e 1.037 certificazioni di classe A+.
In occasione della presentazione dello studio i rappresentanti del Governo hanno sottolineato come la pubblicazione, nel corso del 2013, della legge 90 di recepimento della Direttiva 31/2010 (Epbd) potenzia, insieme ad altre misure approvate, gli strumenti di sostegno fiscali alla promozione dell'efficienza energetica degli edifici. L'impegno assunto dall'Esecutivo è di continuare anche nei prossimi mesi la collaborazione con gli enti tecnici e scientifici del settore per armonizzare la legislazione nazionale e regionale e rendere operative tutte le misure normative, puntando a dare più respiro al mercato della certificazione energetica.