news – Il direttore generale, Angelo Artale, parla dell’opportunità di investire in efficienza energetica degli edifici e fonti rinnovabili.

Il panorama energetico nazionale poggia fondamentalmente su tre pilastri: le materie prime di origine fossile (fondamentalmente di provenienza estera), le fonti energetiche rinnovabili (idroelettrico, fotovoltaico, eolico, biomasse, geotermia, solare termico) e l'efficienza energetica. L'approccio energetico nazionale è stato sinora sbilanciato verso l'utilizzo delle fonti energetiche di origine fossile e solo recentemente si è sviluppata la consapevolezza di quanto possa essere importante l'apporto delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica, grazie anche a Direttive Comunitarie quali la 2010/31/Ue e la 2012/27/Ue.

«Gli interventi di efficienza energetica sono strettamente correlati alla promozione delle fonti energetiche rinnovabili - ha commentato Angelo Artale, direttore generale di F.IN.CO -, dal momento che la produzione di calore/raffrescamento da FER soddisfa una domanda puntuale di energia del cliente finale; da qui la necessità di ragionare in un'ottica di “sistema” non solo a livello nazionale, ma anche europeo i cui effetti diretti riguardino, da un lato, la diminuzione del consumo di energia primaria e, dall'altro, la prevalenza dell'impiego delle numerose fonti rinnovabili disponibili.  Se poi si associasse, laddove possibile e conveniente, la cogenerazione di energia elettrica e termica si potrebbe ulteriormente incrementare la convenienza globale».

Nel nostro Paese, come peraltro in gran parte della Comunità Europea, la possibilità di espandere il margine di efficientamento energetico è grande (attualmente solo il 3-4% degli edifici in Italia appartiene a classi energetiche superiori alla C): «Certamente il discorso sull'efficienza energetica non può prescindere da un adeguato piano di manutenzione e “diagnostica” del costruito (ma anche del territorio) - ha sottolineato Artale - che, pur se meno appariscente rispetto alle grandi infrastrutture, può garantire quei “mille piccoli cantieri” (in diverse aree e settori economici) importanti anche ai fini del più generale rilancio economico del Continente».

Secondo il direttore generale di F.IN.CO., il raggiungimento del 3% di efficientamento annuo del patrimonio immobiliare delle amministrazioni centrali, come da Direttiva Europea 2012/27/UE, dovrebbe essere esteso a tutto il patrimonio pubblico. «Si deve peraltro sottolineare con favore, per quanto riguarda la Direttiva 2012/27/Ue, - ha aggiunto Artale - che nel dibattito che va sviluppandosi nelle più disparate sedi (sia nazionali che europee) su questi temi, viene ribadita l'opportunità  di valutare gli investimenti in Efficienza Energetica come svincolati  dal Fiscal Compact. In particolare, per la revisione delle misure per raggiungere l'obiettivo Ue dell'efficienza energetica, Finco propone: l'ecoprestito, fondi per diagnosi energetica, un fondo di garanzia rotativo, una “due diligence” e l'incremento dell'efficienza degli impianti a fonti rinnovabili».