Europarlamento24 – Una proposta della federazione di Confindustria che apre una finestra anche sulla politica Ue.

Per il consigliere incaricato per la sostenibilità di Confindustria Finco (Federazione industrie prodotti impianti e servizi per le costruzioni), Sergio Fabio Brivio, occorrerebbe un progetto per favorire l'ottenimento dell'efficienza energetica nelle abitazioni private, considerato che, dati alla mano, il patrimonio abitativo esistente contribuisce per oltre il 35% alle emissioni di CO2 italiane. Ma, si sa, in Italia senza incentivi non si va avanti.

Ecco allora nascere l'idea di un ecoprestito, già anticipata da Brivio in occasione del 4° Forum Architettura del Sole 24 Ore dello scorso 18 maggio, quando si affrontò il tema della nuova direttiva 2010/31/Ue sull'Efficienza energetica degli edifici, insieme, fra gli altri, a Patrizia Toia, vicepresidente della Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo.

La proposta si inquadra nel percorso volto alla riduzione del 20% delle emissioni cosiddette climalteranti e all'incremento del 20% del risparmio energetico e dell'uso di energia rinnovabile.
Ossia si colloca a pieno titolo nello stesso alveo dell'iniziativa europea 20-20-20.

La proposta che avanza Finco, e che si innesta nel solco di analoghe esperienze già portate avanti in Francia (nel 2008, con fondi interni) e Inghilterra (lo scorso anno, con l'aiuto finanziario delle utility), prevede l'accesso a prestiti agevolati a tasso zero per 10 anni fino a un massimo di 30mila euro per ciascun beneficiario.

A livello di interventi da compiere la proposta Finco non rimane nel generico ma entra nel merito.

Ampia scelta: due interventi su sei
Per poter accedere all'ecoprestito occorrerebbe certificare di aver effettuato almeno due di sei interventi:

- incremento dell'efficienza energetica delle coperture e delle pavimentazioni;
- incremento dell'efficienza energetica dei muri perimetrali;
- incremento dell'efficienza energetica delle finestre, porte esterne e installazione o sostituzione di schermature solari;
- sostituzione di apparecchi e sistemi per riscaldamento o produzione d'acqua calda sanitaria;
- installazione di apparecchiature e sistemi per riscaldamento e produzione di energia elettrica utilizzanti fonti rinnovabili o assimilate;
- installazione di apparecchiature e sistemi per la produzione d'acqua calda sanitaria utilizzanti fonti rinnovabili o assimilate.

Il vantaggio, per Brivio, è che dal punto di vista finanziario non si chiede soldi a fondo perduto, ma solo interessi agevolati, e si avrebbe beneficio in termini di Pil attraverso l'emersione di ulteriori redditi e di una minore esposizione in termini di penali Co2 nel meccanismo di Emission Trading. Vantaggi anche in termini di energia risparmiata e di occupazione, creata o mantenuta. Possibile anche un incremento delle entrate per lo Stato, a copertura della stessa misura, tramite Iva recuperata, Irpef e Ires aumentate.

E l'impalcatura finanziaria?
Per Finco gli istituti che concedono il prestito a tasso zero dovrebbero poter portare in detrazione fiscale l'onere sostenuto, nella figura di minor introito di esercizio. Come ausilio potrebbe essere creato un apposito capitolo di spesa presso la Cassa Depositi e Prestiti e chiesta la collaborazione delle Fondazioni bancarie per le rispettive competenze territoriali.
Ancora, potrebbe essere utilizzato parte del Fondo Rotativo stanziato presso il Ministero dell'Ambiente, destinato a finanziare le misure di attuazione del protocollo di Kyoto.

L'Ecoprestito così inteso potrebbe essere rimborsato in dieci anni, ma i lavori dovrebbero iniziare entro il 2012 e terminare entro l'anno successivo. Il prestito potrebbe essere riscosso in due tranche, a inizio e fine lavori, in modo da incentivare l'effettiva realizzazione degli interventi.

Per Finco la proposta va intesa come relativa alla provvista finanziaria e pertanto aggiuntiva, non sostitutiva delle attuali misure di detrazione fiscale previste dal Governo, come il bonus del 55% per la riqualificazione energetica.

Si può ricorrere all'Europa?
Allora la domanda che Finco rivolge alla politica e in particolare a quella europea, riguarda un coinvolgimento sul finanziamento proprio a livello comunitario. Nella fattispecie, per Brivio si potrebbe attingere ai Fondi europei per lo sviluppo, sulla scia di quanto stanziato dalla Bei per l'efficienza energetica. La politica è quindi informata, anche tramite queste pagine. Vediamo che risposte può dare.