teatri – Già dopo poche settimane dal tragico evento che ha interessato l'Abruzzo, il governo giapponese ha affidato a Shigeru Ban l'incarico di progettare un auditorium temporaneo...

Un progetto dall'iter piuttosto travagliato, segnato da numerosi impedimenti politico-amministrativi, ma in cui l'architetto giapponese ha voluto fin dall'inizio coinvolgere professori e studenti dell'Ateneo aquilano e di università straniere (Harvard e Keio).
L'opera, nella versione definitiva, si sviluppa in una pianta dalla geometria quadrata con il lato di 25 m. All'interno un'ellisse disposta diagonalmente ospita la sala principale da 230 posti con una copertura a piramide ribassata, mentre all'esterno dell'ellisse sono disposti il foyer, il guardaroba e gli spazi di servizio. Tutt'attorno un colonnato ispirato a quello del Bernini a Roma.
A differenza di quanto previsto nell'idea originale la struttura portante non è stata realizzata con materiali poveri come legno, carta, cartone e prodotti ricavati con processi di recupero (tubi in cartone per sorreggere la copertura e sacchetti di sabbia per riempire la scaffalatura metallica che disegna la struttura della sala), ma si è optato per l'acciaio come la normativa italiana impone. Il concept originale è stato dunque snaturato in corso d'opera, non senza polemiche.
L'auditorium di Ban consentirà comunque all'Aquila di avere un'ulteriore spazio per la cultura che potrà essere utilizzato da tutte le associazioni aquilane rimaste prive di una sede.